Rassegna stampa
Da Manfredini a Totti a Mkhitaryan: il vizio della tripletta che esalta i tifosi
ULTIME NOTIZIE AS ROMA MKHITARYAN – Non l’ha realizzata per la Roma bensì alla Roma (con la maglia dello Sporting Club) il 15 ottobre 2019. Partita di calciotto. Altri valori, certo, ma questo conferma un dato inoppugnabile: che anche a 43 anni la porta ti rimane in testa, la vedi anche se non vuoi, ci pensi di giorno, te la sogni la notte e quando vai in campo, anche se è soltanto per divertimento, la trovi, riferisce La Repubblica.
È un talento con cui si nasce. Nessuno può dirti veramente come fare, cosa, quando. Segnare tanto è un privilegio di pochi. Per questo, a dirla tutta, la porta neppure si vede: si sente. La tripletta di Capitan Miki al Genoa (Mkhitaryan), travestito da “falso nueve” proprio nello stadio in cui Spalletti fece debuttare Totti in quel ruolo (Sampdoria-Roma 1-1, 2005), spalancandogli le porte di una fase straordinaria della sua carriera, ha riaperto il vecchio libro giallorosso di questa marcatura multipla: una tripletta non è così rara (come per esempio la cinquina di Pruzzo all’Avellino), anche se non è frequente (una delle più leggendarie continua ad essere quella di Paolo Rossi al Brasile nell’82).
Tre e non più di tre, nel salto triplo del pallone. Prendiamo “Piedone”. Per questa sua curiosa e benedetta inclinazione, Pedro Manfredini venne ribattezzato “ManTredini” dagli entusiasti tifosi a cavallo fra anni ‘50 e ‘60. Il 22 settembre del 1963, all’Olimpico, in un Roma-Sampdoria che si concluse con un cappotto (6-1), Piedone siglò la sua nona tripletta in giallorosso
Totti ne ha messe a verbale quattro, in un’epoca diversa, quando segnare era più complicato. E i denti dei difensori più acuminati. Da triplettaro cocciuto e impenitente sbarcò a Roma Vincenzo Montella: cinque triplette, come cinque ne regalò Abel Balbo (ma con un numero inferiore di partite giocate) e cinque, negli anni più lontani, ne stamparono sugli almanacchi Volk e Guaita. Ben sette invece Amedeo Amadei. Quattro le triplette di Pruzzo, Da Costa e Dzeko, l’unico che può ancora prendersi qualche tripla soddisfazione
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