(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Immaginali in campo domani, lo scarpino più della cravatta, l’emozione più della tensione, il cuore più della ragione. Perché trovali altri due direttori sportivi che possono dire di aver segnato a vinto da giocatore contro quelle che sarebbero diventate le avversarie di un derby, anzi, del derby. Monchi e Tare, Trigoria e Formello, la stessa idea di d.s. dentro lo spogliatoio. Lo spagnolo l’ha raccontato alla Gazzetta: «Io amo star vicino ai giocatori e al tecnico. Sto tantissimo lì dentro e non per fare la spia: per me questo aspetto è innegoziabile, se non faccio così non sono Monchi». Vallo a dire a Tare. Nell’estate 2008 finisce la carriera da calciatore e Lotito lo promuove dirigente. Inizia la stagione e per Igli, come se niente fosse, allenamenti, partitelle e docce con i compagni. Fino a quando qualche ex compagno fa notare alla società che per il bene di tutti sarebbe stato meglio separare gli ambiti.
RICORDI – Oggi come allora, però, quanta voglia di mettersi gli scarpini. Quanta voglia di parare avrebbe Monchi, che sa pure come si fa gol alla Lazio. «Sì, era un’amichevole del 1996 (Osama Cup del 23 agosto, ndr). La partita termina 1-1, per la Lazio segna Rambaudi – ricorda lo spagnolo –. Arriviamo ai rigori, segnano tutti, restiamo io e Marchegiani. Lui prende il palo, io segno e faccio vincere il Siviglia. Ho incontrato di recente Luca, è stato lui a ricordarmi di quella serata». Chissà se invece Tare tiene a mente il 28 marzo 2004. Il Bologna, allenatore Mazzone, passa all’Olimpico con la Roma per 2-1, gol vincente dell’albanese al minuto 78. «Igli è stato bravo, ha giocato la partita più bella da quando è in Italia», commenta Mazzone dopo la gara. Tredici anni e una carriera dopo Tare affronta un’altra volta la Roma, in uno dei derby di campionato più accattivanti di sempre. E allora c’è poco da stupirsi se Monchi presenta così la partita: «È un momento importante della stagione. Ed è più importante la sfida con la Lazio che quella con l’Atletico Madrid, perché in Champions eventualmente abbiamo pure un’altra cartuccia da sparare, a dicembre col Qaragab». In campionato, invece, chissà come ci arrivi a dicembre, dopo un derby e il mondo di conseguenze che si porta dietro.
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