AS ROMA NEWS EUROPA LEAGUE DYBALA – Quando li vedi in campo a poche ora dalla partita, è la volta buona che te li trovi in tribuna o in panchina; quando scompaiono dai radar fino all’ultimo secondo, magari li ritrovi in campo. È la magia di José Mourinho, che toglie e mette, ti fa credere un qualcosa che non esiste, alimentando un mistero, che vuol dire attesa, pessimismo, speranza, che spesso significa pretattica, scrive Il Messaggero.
Dybala magari non giocherà a Budapest, come va dicendo lo Special da qualche settimana, vissuta con poche speranze. Ma se andiamo a vedere lo storico di Mou, è successo pure che il calciatore infortunato di turno, avvolto nel dubbio, abbia poi giocato. E parliamo anche di finali e Mourinho ne ha giocate, eccome. E di storie simili a questa di Dybala ce ne sono.
La finale di Europa League del 2017 tra lo United, allenato da Mou, e l’Ajax, è stata accompagnata dal tormentone Paul Pogba. Quelle cose per cui “di sicuro non ce la fa” e invece “ce la fa”. Il francese, non solo è regolarmente al suo posto, ma risulterà pure decisivo, segnando una delle due reti del successo (l’altra porta la firma di Mkhitaryan).
Nell’ultimo periodo di quella stagione, Mou fece una scelta ben precisa: escludeva il Polpo – spesso e volentieri – nelle partite della Premier, facendolo respirare, per poi inserirlo nella fase calda di Europa League. Perché in quegli anni cominciavano i problemi fisici di Paul e José, accorgendosene, non voleva stressarlo più di tanto. Quindi Pogba era perennemente in dubbio, anche e specialmente per gli avversari.
E anche questo per Mou contava: pretattica, appunto. Lo stratega portoghese tenne col fiato sospeso anche gli interisti prima della finale di Coppa Italia contro la Roma, anno 2010. Il caso era Wesley Sneijder. Non doveva esserci e poi c’è stato. Per poco ma c’è stato. L’olandese parte titolare contro i giallorossi, dopo cinque minuti abbandona dopo aver subito un colpo da Burdisso. La pretattica, dunque, salta in un attimo, ma Mourinho la partita la vince lo stesso, senza soffrire troppo.
C’è anche l’esempio di calciatore mostrato alle telecamere durante l’allenamento di una viglia importante, poi assente in partita. Siamo in semifinale di Champions League, anno 2014, il Chelsea di Mourinho deve affrontare l’Atletico Madrid a Londra dopo aver pareggiato 0-0 nell’andata. Al Calderon si fa male Peter Cech, che ovviamente rischia di saltare il ritorno. Settimana di dubbi, Peter sì, Peter no.
Vigilia, ecco Cech in campo durante la rifinitura. Il portiere della Repubblica Ceca compare in quasi tutte le formazioni titolari proposte dai media e invece, ecco la sorpresa: fischio d’inizio, Cech non è nemmeno in panchina. Gioca Mark Schwarzer. In finale a Lisbona va l’Atletico dopo aver vinto a Stanford per 3-1. Ora siamo all’anno di Dybala, che non sta bene ma non è ko e questo mistero aumenta la speranza.
Già una volta, contro il Feyenoord lo ha portato in panchina quando era difficile da credere; contro la Salernitana doveva giocare per mettere minuti e invece è finito in tribuna. Pinto sostiene che Paulo stia recuperando, Mou invece fa sapere che non ce la farà. Il tecnico non gradisce che si parli dei suoi calciatori, specie delle loro condizioni fisiche e vuole che la verità (a qualsiasi titolo) sia la sua. Di sicuro Paulo è, sarà, una presenza fondamentale ma è fermo a quella mezz’ora distribuita tra le sfide con Inter e Leverkusen. A questo punto vogliamo credere che sia solo pretattica, il solito giochino di Mou.
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