Il Presidente Pallotta esce dal ristorante dove sta cenando con Spalletti, Baldissoni e Baldini e riprende col suo smartphone i giornalisti radunati fuori. Smartphone contro smartphone, è la versione moderna e pacifica del duello western: Mezzogiorno di Fuoco, Sfida all’Ok Corrall, Per un Pugno di Dollari. Insomma come se di uno stesso fatto esistessero due verità, o almeno due visioni. Quella ufficiale, perfetta e idilliaca (l’abbraccio a Spalletti, lo stadio si farà) e quella esterna, imperfetta ma indipendente (con Spalletti ci sono problemi e lo stadio campa cavallo). Ovviamente alla fine, di quelle versioni, dovrà restarne una sola, quale? Per Pallotta, ovviamente, la Versione di James è quella giusta. Il gesto – accompagnato anche da spallucce e battute – è forte, soprattutto se viene da uno che non essendoci mai a Roma non è abituato al fatto che il presidente di un club importante abbia intorno un sacco di gente che vuol sapere, ti mette in imbarazzo, rompe le scatole. In una parola seccatori. E non lo nasconde, anzi. Una specie di “ora vi faccio vedere io”. Soprattutto è una sfida pubblica, un gesto che mette in guardia il mondo da quello che viene raccontato, il bollare tutto questo vociare intorno alla Roma come bufala, o come si dice oggi, “fake news”. Lo fece pure la sindaca Raggi, uscendo di casa, riprendendo col cellulare i giornalisti sul marciapiede e commentando sorridente: “Facciamo pari”. Poi lo mise anche su Facebook: “Mi fate pena: tutta la vostra vita passata ad aspettare qualcuno”. Chissà che non sia stata proprio la sindaca a suggerirglielo. A proposito per lo stadio tutto va alla grande, perfetto, tempi previsti, progetto addirittura migliorato. La Versione di James ci racconta una Roma felice, familiare, serena, ricca e vincente. Fate conto che dietro quello smartphone ci fosse Zoro (per altro romanistissimo): “Care compagne e cari compagni, il momento è delicato, tutto sembra remare contro di noi. Ma proprio perché abbiamo attraversato un discreto numero di mari di m…a, io vi dico, siate fiduciosi. Che è ‘sto scetticismo?”
(La Repubblica – F. Bocca)
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