Rassegna stampa
Da Siviglia a Siviglia: Dzeko per la Roma e per la storia
NOTIZIE AS ROMA DZEKO – Sembravano i giorni del vino e delle rose. Quelli in cui il digiuno di trofei pareva stare per concludersi e leopardiane magnifiche sorti e progressive attendessero la Roma. Era il 14 agosto 2015 e i giallorossi, lucidando l’esordiente Edin Dzeko nel nostro calcio, schiantava il Siviglia in amichevole per 6-4, con una gran doppietta del centravanti bosniaco.
Da quel giorno sogni e bisogni hanno cambiato registro, la Roma ha vissuto altimetrie di risultati come in un tappone dolomitico del Giro d’Italia, i sospirati trofei non sono arrivati e, addirittura, il presidente James Pallotta sembra ai titoli di coda. A rendere il presente simile al passato, in fondo, c’è una sola cosa, forse la più importante: il prossimo avversario.
Toccherà al Siviglia vagliare le ambizioni di un gruppo che, adesso molto più che allora, ha in Dzeko il vero leader, quello che ha preso sulle sue spalle l’eredità dei grandi capitani, ovvero Totti e De Rossi.
In questi cinque anni, infatti, l’attaccante di Sarajevo non si è limitato a fare il cannoniere. Pur mostrando un carattere che, a volte, si è mostrato non in perfetta sintonia con gli umori del tifo e di «desiderata» di tutti gli allenatori che ha avuto, Dzeko è entrato a far parte della storia del club. E non è ancora finita.
I 106 gol realizzati fino a questo momento, che lo hanno collocato al quarto posto tra i cannonieri giallorossi a fianco di Volk, paiono solo un trampolino verso il traguardo successivo: agganciare il podio dei bomber, dove al terzo posto, al momento, è assiso Amedeo Amadei a quota 111 reti. Davanti, poi, avrà solo le stelle più lucenti, cioè Roberto Pruzzo (138) e Francesco Totti (307). «Per raggiungerli tutti e due dovrei giocare altri dieci anni», ha scherzato Edin, che tra l’altro in un lustro ha mostrato anche di non essere un rigorista, depauperando così un potenziale tesoro.
«Dzeko è un giocatore speciale – ha spiegato infatti in una intervista alla Uefa Paulo Fonseca, che stravede per lui, ed è stato fondamentale lo scorso anno nel convincerlo a rimanere in giallorosso quando l’Inter bussava alla porta del bosniaco -. Ha segnato 16 gol senza tirare dal dischetto. Ci sono altri giocatori in Italia che hanno fatto molti altri gol, ma calciando rigori. Avrebbe potuto essere al di sopra di loro nell’elenco di cannonieri. Ha enormi qualità ed esperienza. Oggi non è facile trovare attaccanti con queste caratteristiche, cioè forti e, nello stesso tempo, punti di riferimento».
Per questo il matrimonio con la maglia giallorossa sembra destinato a continuare. La dirigenza, infatti, ha intenzione di prolungare il contratto del centravanti fino al 2023, spalmando un ingaggio che è al momento il più alto di tutta la squadra, visto che con i bonus arriva a oltre 7 milioni netti.
Ma agli onori sono associati anche oneri. Così oggi, quando la Roma partirà alla volta della Germania, in attesa della sfida di domani contro il Siviglia, è su Dzeko che si appunteranno le maggiori attenzioni da parte dei rivali e le maggiori speranze da parte dei tifosi romanisti. «Sappiamo che non è facile, però vorremmo vincere l’Europa League», ha affermato il centravanti.
Una cosa è certa: alle sue spalle avrà il tifo di tutta la Roma giallorossa e anche quella di Totti, che ha assicurato come il suo cuore non si sia spostato di un millimetro rispetto ai tempo in cui era il più forte di tutti. Impressioni? Il Siviglia del discusso ex d.s. Monchi, farà bene a preoccuparsi.
(Gazzetta dello Sport)
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