AS ROMA NEWS SOULE HUMMELS – Sarà stato anche «un mercato che ha ridotto i costi e abbassato l’età media della rosa» (cit.). Ad oggi di certo c’è che – prima con De Rossi e poi con Juric – non ha agevolato l’allenatore di turno. E la prudenza che in questi casi viene ritenuta d’obbligo con il calendario che recita ancora 16 ottobre, regge fino ad un certo punto, scrive Il Messaggero.
Se sono bastate infatti 4 partite (di cui tre giocate in trasferta) per stracciare un progetto triennale siglato a fine giugno e cambiare in corsa allenatore per «vincere trofei» (così è scritto nel comunicato firmato da Dan e Ryan Friedkin), i punti sono ancor di più gli stessi a Cagliari, al debutto lo scorso 18 agosto, come lo saranno all’ultima di campionato il 25 maggio a Torino. Soprattutto alla luce di un tour de force (7 gare in tre settimane) che diranno molto della stagione della Roma.
Sette partite (5 di A e 2 di coppa) nelle quali servirà inevitabilmente ruotare la rosa a disposizione. In quest’ottica il tecnico di Spalato, dopo un primo periodo di apprendistato (tre cambi a partita tra Udinese, Bilbao e Venezia), già contro l’Elfsborg ha lasciato intendere l’aria che tirerà da qui in avanti. Sei avvicendamenti tra Venezia e Elfsborg, altrettanti tra Elfsborg e Monza. La domanda vien da sé: la Roma ha una rosa tale da permettere all’allenatore di ruotare sei calciatori a partita senza cali?
Guardando la prova in Svezia qualche dubbio viene anche se Ghisolfi ha provato a dissiparlo indirettamente ricordando, a chi manifestava nel forum a Trigoria delle perplessità sulla costruzione della rosa soprattutto sugli esterni, come la Roma ne avesse addirittura sette. Eppure qualche perplessità permane. Già le parole dell’altra sera di Dovbyk nel post-gara di Ucraina-Repubblica Ceca («Sono stanco»), lanciano un campanello d’allarme. E non solo per il ruolo di vice-centravanti che in questo caso chiama in causa Shomurodov (che lo scorso anno faceva la riserva a Cagliari).
Il discorso si allarga soprattutto al mercato estivo. Sono arrivati 11 calciatori, una squadra insomma. Di questi, tolto Dovbyk, in 4 non sono ancora scesi in campo (Hummels, Sangaré, Dahl e Ryan); in tre si sono visti e sono immediatamente scomparsi dai radar (Saelemaekers e Le Fée per infortunio, Abdulhamid perché oggettivamente non pronto ancora per certi palcoscenici); Hermoso ha palesato amnesie a più riprese (gol di Genova e contro il Bilbao) che si spera possano essere riconducibili ad una forma fisica ancora deficitaria; Koné per adesso oscilla tra primi tempi da primo della classe e secondi dove cala vistosamente fino ad arrivare a Soulé che dopo appena 9 partite già fatica ad uscire dal tunnel nel quale è finito.
Senza l’ucraino, sugli 810 minuti a disposizione, Matias ne ha giocati 501, Koné 344, Hermoso 251, Saelemaekers 112, Le Fée 89, Abdulhamid 84 e gli altri 0. La speranza di Juric è che la crescita della squadra, ancorata al nono posto in campionato e fanalino di coda in coppa, oltre al recupero degli infortunati (Dybala su tutti) e di calciatori fondamentali (Pellegrini e Cristante), passi anche per quei giocatori che sinora sono stati poco più di comparse. Altrimenti si fa dura.
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