A un soffio dal traguardo, la caduta fa ancora più male. Prima di tagliare il nastro dell’arrivo, Alessandro Florenzi è inciampato al fotofinish di una gara con se stesso, immerso nella corsa di un recupero che avrebbe dovuto essere da record. E invece da record è diventato l’enorme affetto che sta sommergendo il ragazzo, coccolato e tirato su, per quanto possibile, da amici, familiari, compagni di squadra e tifosi. Il giocatore sarà oggi al 90 % di nuovo operato a Villa Stuart, dal professor Mariani, lo stesso medico che quattro mesi fa era intervenuto sul crociato del ginocchio sinistro. Il legamento ha fatto di nuovo crack martedì, durante un allenamento con la Primavera, facendo da subito temere il peggio. In artroscopia si capirà stamattina (ore 9) l’entità della ricaduta anche se il rischio di una nuova operazione è sempre più concreto. «Bello di nonna» diventa così «Bello di Roma», per un dramma calcistico che smuove i cuori dei sostenitori giallorossi, regalando un po’ di sollievo all’abbattimento — inevitabile — di Alessandro, protetto dall’amore della moglie Ilenia e della figlioletta di otto mesi, Penelope. Amore che dovrà accompagnarlo per i prossimi sei mesi, visto che il ritorno sotto i ferri si trascinerà dietro un lungo stop. Fino all’inizio della prossima stagione. L’hashtag su Twitter #dajeale, oppure #dajeflo sta diventando virale, tappeto d’accompagnamento di un percorso lungo che Florenzi, a 26 anni, dovrà riaffrontare, fortificandosi, con la prospettiva di uno stop — tra prima e seconda operazione — di quasi un anno. Da Villa Stuart si cerca di mantenere ancora viva la cautela: dalla risonanza magnetica, fatta nell’immediato, non si capiva il problema, ostacolato dal gonfiore del ginocchio. Ma la dinamica dell’infortunio e la sensazione avvertita subito dal giocatore giallorosso, fanno temere il peggio. Il ragazzo si è fatto male da solo, durante un’azione di gioco nella partitella con i ragazzi della Primavera: si è fermato provando un velo e poggiando il peso del corpo sull’altra gamba, torcendo in maniera innaturale il ginocchio che sembrava ormai recuperato e che, in realtà, nascondeva ancora legamenti molto fragili. Fragile non dovrà ora essere Alessandro.

(La Repubblica – F. Ferrazza)



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