Parlando s’impara. Momo Salah è un calciatore istintivo, per dirla alla Sabatini, ma sa anche ascoltare e capire con la testa. Aveva sbagliato, stava sbagliando, e si è corretto in corsa. Anzi, correndo.

LO STRAPPO – Il brutto si era visto nel secondo tempo di Roma–Inter. Richiamato in panchina da Spalletti, con una sostituzione diventata quasi rituale nell’ultimo mese, si era a modo suo ribellato sfilando e lanciando i polsini e arrivando a testa bassa accanto all’allenatore. Spalletti gli ha sussurrato qualcosa, manifestando disappunto per quello che in altri casi aveva definito «musino», e poi ha tirato dritto. Ma nelle interviste del dopo-partita aveva attaccato frontalmente il pupillo, che ha sempre schierato e sempre dal primo minuto da quando ha ripreso in pugno la Roma. «Deve essere più efficace in fase offensiva, anche perché se non capitalizza quello che i suoi strappi gli permettono di costruire poi la squadra va in affanno, visto che lui non dà molto nei ripiegamenti».

RISULTATI – Ok, ora ripensiamo alla partita di Salah a Napoli. Un gol, un assist, migliaia di metri percorsi all’indietro per infastidire Ghoulam, il terzino avversario. Spalletti ha avuto due settimane dopo il lancio dei polsini tutto ciò che aveva sempre chiesto a Salah. Quando poi l’allenatore, negli spogliatoi del San Paolo, ha sottolineato che «dovremmo essere tutti Salah» ha dato la ricompensa pubblica al giocatore che più di tutti stuzzica le sue attenzioni di maestro.

CHIARIMENTO – Dietro a quello che si vede, e che ha contribuito in percentuale non secondaria alla grande vittoria della Roma, c’è anche un rapporto diretto tra due persone che si stimano. Spalletti e Salah si sono parlati, si sono spiegati, e si sono capiti meglio di prima, attraverso il buon inglese di entrambi. Tornato dagli impegni della nazionale, dove è sempre decisivo, Salah ha giocato una partita da fenomeno proprio nel momento in cui rischiava di essere messo in discussione.

DATI – I numeri hanno ripreso a sorridere, adesso, almeno quanto il nostro uomo, a cui nemmeno i torti arbitrali e i falli dei difensori tolgono il buon umore. Salah ha segnato 4 gol in campionato, che in 8 giornate non sono pochi, e creato 9 assist potenziali per Dzeko, sempre più gemello dell’attacco. Uno di questi, a Napoli, ha lanciato la Roma verso un weekend indimenticabile. Il traguardo di migliore realizzatore della squadra, conquistato l’anno scorso, è diventato difficile proprio grazie all’esplosione di Dzeko ma eguagliare il totale dei gol del primo campionato romanista sembra possibile: gli restano 10 gol da segnare nelle prossime 30 partite. Correndo avanti e indietro come ha fatto al San Paolo, non fallirà.

(Corriere dello Sport – R. Maida)



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