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Rassegna stampa

Dal centro storico a Trigoria: la Dolce Vita di Mourinho

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA MOURINHO – In fondo è così da sempre: ogni personaggio che arriva a Roma, circondato dall’alone della Dolce Vita, porta con sé un po’ di mistero, e José Mourinho non fa eccezione. Anzi. Sono passati quasi due mesi da quando, il 4 maggio, la Roma ha annunciato il suo ingaggio, e da quel momento di Mou, in Italia, non c’è stata traccia, scrive il Corriere della Sera.

Ha registrato a Londra nelle scorse settimane alcuni contenuti digital per il club, ha preso contatto con la nuova realtà quasi sempre a distanza, poi ha lasciato l’Inghilterra per rilassarsi a casa, in Portogallo. E ha fatto perdere le proprie tracce, se non per qualche dichiarazione rilasciata a Talk Radio, con cui ha un accordo (milionario) per commentare l’Europeo.

Sull’arrivo a Roma si hanno poche certezze: Mou dovrebbe arrivare a Fiumicino o Ciampino (ad oggi più il primo scalo del secondo) venerdì in giornata e dovrebbe essere presentato il 5 luglio. Non a Trigoria, troppo piccola e troppo poco appariscente per un personaggio del genere. Forse a Terrazza Caffarelli, sopra il Campidoglio con vista mozzafiato su Roma, per scoprire subito l’effetto che fa.

Mourinho vorrebbe abitare in Centro, ha visto alcune abitazioni tra cui una al secondo piano di Palazzo Taverna (dove Totti e Ilary Blasi hanno festeggiato di recente i 16 anni di matrimonio), ma non ha ancora sciolto la riserva perché vuole vedere le case di persona. I primi giorni rimarrà in hotel e si dividerà con Trigoria, dove avrà un ufficio nuovo di zecca. Ai piani alti, non adiacente allo spogliatoio, come altri allenatori in passato.

Porterà con sé alcuni collaboratori – Joao Sacramento (assistente allenatore), Carlos Lalin (responsabile dell’area riatletizzazione) e Nuno Santos (preparatore dei portieri) – che lavoreranno a stretto contatto con Stefano Rapetti (responsabile della preparazione atletica), Michele Salzarulo (responsabile match analyst) e Giovanni Cerra (data analyst).

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Non si muoverà con l’autista, Mou, come invece fanno Dan e Ryan Friedkin, ma guiderà personalmente la sua auto. Si allenerà, giocherà a golf, andrà a correre a Villa Borghese che, magari, gli ricorderà un po’ gli amati parchi londinesi, e cercherà di vivere la città quanto più possibile.

A Milano lo faceva a fasi alterne, viveva sul lago di Como, ma Roma sarà tutta un’altra storia. Per rendere bene nella Capitale devi viverla, capirne angoli e sfaccettature come, infatti, fece Fabio Capello, che vent’anni fa si divideva tra Aventino e Circo Massimo. Mourinho questo lo sa, come sa che dovrà fare i conti con un affetto, quello dei romanisti, che per lui, che tiene molto alla privacy, alla riservatezza e alle sue abitudini, potrebbe essere asfissiante. La moglie Matilde lo seguirà, i figli saranno qui a fasi alterne anche perché la primogenita, che si chiama come la mamma, ha ormai avviato un’azienda, che lavora soprattutto su e-commerce, di gioielli. In ogni caso, almeno all’inizio, non saranno fissi a Roma perché Mou per i primi due mesi farà una «full immersion» nella sua nuova realtà.

La Roma si allenerà a Trigoria per tutto luglio, con qualche amichevole in giro per l’Italia, mentre ad agosto farà un ritiro all’estero di massimo due settimane: in pole c’è il Portogallo, proprio su sua richiesta, sullo sfondo l’Austria. Meglio il mare che la montagna, per lui. Anche in questo caso la parola d’ordine sarà: privacy. Mourinho vuole isolare la squadra e che i giocatori facciano gruppo, lontano da ingerenze esterne. A Londra viveva a Belgravia, zona di ambasciate e rappresentanze consolari e per questo c’è chi dice che, alla fine, andrà a vivere ai Parioli, non lontano da Dan Friedkin. Non ha ancora preso una decisione proprio perché prima di farlo vuole vivere, capire, conoscere, persino assaporare, Roma e tutto quello che una città tanto caotica quanto affascinante porta con sé.

A Londra era anche abituato a girare a piedi, qui sarà più complicato farlo. A Manchester viveva in hotel, qui ha già deciso che non sarà così perché ha voglia e bisogno di avere una sua casa.

La cucina, quella italiana, è insieme a quella portoghese la sua preferita e vari ristoranti lo hanno già invitato, così come bar, gelaterie, negozi d’abbigliamento che vogliono cucirgli addosso abiti su misura; ha ricevuto persino, diceva qualcuno su Twitter mesi fa, la richiesta di battezzare un bambino come padrino. Il piccolo, a quanto pare, non si chiamerà José, come invece fece Amadeus anni fa in suo onore. Mourinho deve ancora arrivare, i misteri sui suoi spostamenti sono fitti, ma l’attesa è alle stelle. E chissà se davvero i paparazzi lo inseguiranno, come sempre. Allora sì che sarà di nuovo Dolce Vita.

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FOTO: Credits by Shutterstock.com

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