Non dite ad Alisson cos’è un derby di Roma, cos’è un’atmosfera elettrizzante, cos’è preparare un match decisivo. Vi risponderà che in Brasile, con il suo Internacional, se la doveva vedere con il Gremio. E basta un po’ di storia verdeoro per capire il Grenal (così viene soprannominata quella sfida) ha poco da invidiare a un Roma-Lazio. Il problema è un altro: Alisson, il portiere di coppa della Roma, l’uomo del futuro ancor prima che del presente, con i derby ha un rapporto un po’ così. In Italia ha giocato e perso l’andata con la Lazio del primo marzo, in Brasile ne ha falliti due su tre incassando un 5-0 e un 4-1.
Alisson è l’uomo di cui Szczesny, l’attuale titolare dei pali giallorossi, ha detto: “Con lui la Roma è in buone mani“. È una partita ancora aperta, la giocherà pure l’Arsenal e lo stesso Szczesny. Alisson, in ogni caso, ha le idee chiare. “Vorrei giocare sempre, ovvio – ha dichiarato il brasiliano la scorsa settimana –. A fine stagione decideremo con la società che cosa è meglio per me“. Della serie: per quest’anno sono andate bene le coppe, per il futuro sarebbe bene giocare titolare. Il lusso stasera porta il nome di Alisson, che in Europa League ha lasciato dietro di sé la sensazione di essere un portiere affidabile. E che nella stessa gara d’andata con la Lazio ha tenuto comunque a galla una baracca pericolante, vicina all’essere affondata in maniera definitiva. C’è ancora una partita da giocare, magari da allungare il più possibile, se è vero che a Trigoria ieri sono stati provati anche i calci di rigore. Strana storia: Alisson vuole una serata da protagonista. Anche se potrebbe essere l’ultima. Anche se Szczesny da domenica rimetterà i guanti sulla porta. Serve un clean sheet, non è roba semplice: porta inviolata solo quattro volte sulle 14 partite giocate fin qui. Gli riuscì pure una volta contro il Gremio: eccolo, l’unico precedente in un derby da ricordare, 22 novembre 2015.
(Gazzetta dello Sport)
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