Maurizio Sarri e Eusebio Di Francesco

(Corriere della Sera – L. Valdiserri) Uno ha iniziato ad allenare a Stia e Faella, in Secondacategoria. L’altro, prima di provare in panchina, ha fatto il team manager (Roma), il direttore sportivo (Val di Sangro) e il direttore tecnico di un settore giovanile (Pescara). In un mondo del calcio dove si prende spesso la scorciatoia, Maurizio Sarri e Eusebio DiFrancesco — messi in ordine di classifica — vengono dalla gavetta. Roma-Napoli(stasera all’Olimpico con imponenti misure di sicurezza e oltre mille operatori di ordine pubblico mobilitati) è anche la storia di due allenatori bravi, che hanno dovuto remare spesso contro tanti luoghi comuni.

Sarri, superstizioso, ieri è rimasto in silenzio. Parlano i fatti: Napoli capolista, unica squadra a punteggio pieno e miglior attacco del campionato (25 gol). Di Francesco ha smantellato in conferenza stampa l’etichetta di integralista zemaniano: «Vincerà chi farà meglio la fase difensiva. Condivido il fatto che chi subirà meno gol vincerà il campionato». Però non ha rinnegato il suo credo: «Difendere non dipende solo dai quattro del pacchetto arretrato, altrimenti si fanno discorsi sbagliati. Si può prevalere anche facendo la fase difensiva nella metà campo avversaria e non per forza negli ultimi 15-20 metri». Un concetto ribadito anche da Pep Guardiola, facendo i complimenti a Sarri, in attesa della sfida diretta tra Manchester City e Napoli in quella Champions che aleggia come un fantasma anche sulla Roma, che tra quattro giorni giocherà a Londra contro il Chelsea di Antonio Conte.

Di Francesco e Sarri, anche se la sfida di stasera è una sorta di spareggio per essere l’anti-Juve, dovranno pensare pure all’Europa. La Roma è senza Strootman, Schick, El Shaarawy (polemica tra club giallorosso e Nazionale), Defrel ed Emerson, con Karsdorp che è stato convocato per la prima volta ma per la panchina. Il Napoli si affiderà ai «titolarissimi» (copyright di Mazzarri), cioè con il centrocampo Allan-Jorginho-Hamsik. L’assenza più pesante è quella di Milik, anche se il polacco era ormai la riserva di Mertens, che troverà un ambiente ostile per l’esultanza dello scorso campionato all’Olimpico (il cane che fa la pipì sulla bandierina del corner). Piccola curiosità: nelle 13 partite di questo campionato (la Roma deve ancora recuperare quella contro la Sampdoria) giallorossi e partenopei non hanno mai fatto un pareggio. Può essere il risultato per stasera?



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