(Leggo – F. Balzani) Dalla strage dell’Heysel a quella di Hillsborough passando per gli accoltellati a Napoli. La scia di sangue segue spesso il cammino sportivo del Liverpool. Una tifoseria, quella dei Reds, di certo molto calda e che è entrata (sia da vittima sia da carnefice) in molti episodi di violenza e morte degli ultimi anni. La pagina più nera riguarda proprio la strage di Bruxelles del 29 maggio 1985 durante la finale di coppa dei Campioni tra Juve e Liverpool quando persero la vita 39 persone (32 italiani). Poco prima della partita, infatti, gli ultrà dei Reds invasero il settore dedicato agli juventini che indietreggiarono impauriti fino ad ammassarsi contro il malfamato “piccolo muro”.
https://www.youtube.com/watch?v=24hL703TtHw
Gli inglesi non ci misero tanto a rompere la rete che separava le tifoserie e, mentre avanzavano lanciando oggetti, strinsero in una morsa mortale i tifosi della Juventus: il muro crollò, molte persone finirono schiacciate dalle macerie, altre calpestate dalla folla. I club inglesi furono esclusi per 5 anni dalle competizioni europee. Qualche anno dopo un’altra strage. Era il 15 aprile 1989 e durante l’incontro di Fa Cup tra Liverpool e Nottingham Forrest a Sheffield morirono 96 persone a seguito dell’improvvisa apertura del cancello C che fece sì che anche persone senza biglietto si riversassero nel tunnel.
Il risultato fu tragico: i tifosi che già si trovavano sugli spalti vennero spinti verso le recinzioni dalla folla che stava entrando. I settori 3 e 4 della curva, che contenevano meno di 2mila posti, vennero presi d’assalto da oltre 3mila persone.
Tanti anche gli episodi di violenza, per fortuna senza vittime, nelle trasferte dei tifosi del Liverpool. Una di queste portò a due accoltellati inglesi poco prima della sfida tra Napoli e Reds nel 21 ottobre 2010. Un’altra nel 2002 portò a 15 arrestati durante Basilea-Liverpool.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA