Daniele De Rossi e Kostas Manolas

(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese) Forse era scritto nel cielo perché proprio lì, nel cielo, è volato via anche un pezzo del suo cuore. Di certo non è casuale che il suo primo gol stagionale sia arrivato proprio ieri, sei giorni dopo la tragedia immensa della scomparsa di Astori. Perché lui, Daniele De Rossi, di Davide era amico vero, profondo, sincero. Proprio come sincera e vera è stata la sua commozione anche all’inizio, guardando quelle immagini di Astori che passavano struggenti sui megaschermi dell’Olimpico. Lì il volto di De Rossi è stato solcato da qualche lacrima che affondava le radici nel cuore, perché poi contro il dolore non c’è vittoria che tenga, non c’è gol che conti e non c’è gioia che guarisca le ferite. No, quel gol ieri non è stato casuale (l’ultimo di Daniele risaliva al 28 maggio scorso, Roma-Genoa 3-2) e forse anche per questoDaniele non l’ha voluto festeggiare, perché era un filo lungo e sottile con quell’anima amica volata via troppo presto.

IL DOLORE DEL CUORE – Non è stata una settimana facile per De Rossi e del resto non poteva esserlo. Troppo profondo il dolore, troppo sanguinante la ferita. Daniele, però, ha messo da parte un po’ tutto, compresa la sofferenza. E alla fine ha dato la disponibilità a Di Francesco per giocare una gara che non poteva essere normale. Le partite così del resto le disegnano i campioni, quelli forti in campo e fuori. Daniele lo è e ieri aveva solo voglia di giocare. Nonostante una caviglia, la sinistra, uscita malconcia dalla guerra agonistica di Napoli e nonostante un cartellino giallo arrivato quasi subito che lo costringerà a saltare per squalifica la trasferta di Crotone. Lì De Rossi probabilmente doveva ancora calibrare i giri, più quelli del cuore che delle gambe. Poi è riuscito a sciogliersi e a giocare una partita importante per gestione della palla, recuperi (da applausi un tackle a campo aperto su Berenguer che ha infiammato l’Olimpico) e coperture difensive. Fino al gol, appunto, che non ha voluto festeggiare per rispetto. Di Davide, ovviamente, l’amico al fianco del quale è voluto restare fino in fondo, quasi paralizzato mercoledì per due ore vicino al feretro. «Felice per il suo gol, Daniele se lo meritava – racconta Di Francesco –. Anche giovedì si è alzato alle sei di mattina per partecipare al funerale di Davide. Ci teneva a giocare, è la prima cosa che mi ha detto. E sono contento sia andata così».

LA DEDICA – Che poi Astori sia rimasto nel cuore un po’ di tutti i compagni avuti nella Roma lo aveva dimostrato anche Kostas Manolas, dedicandogli simbolicamente il gol in ginocchio, con le dita rivolte al cielo. «Non era facile giocare questa partita, siamo tutti molto tristi per quello che è successo – dice il difensore greco –. Ma siamo professionisti, dobbiamo andare avanti. Astori era un ragazzo splendido, sempre col sorriso sulle labbra. Ci mancherà, il gol è tutto per lui». Del resto, le immagini di inizio partita avevano proiettato un po’ tutti con la testa ed il cuore ad Astori. Non solo De Rossi, anche se poi Daniele è quello che ha sofferto di più. Il gol non cancella il dolore, ma aiuterà di certo un guerriero del cuore.



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