(Il Tempo – E. Menghi) Tatanka, così lo chiamavano per via della corsa un po’ gobba, non portava la cresta, anche se di definisce «estroso e un po’ pazzo», preferiva la grappa all’amaro perché «il dottore mi disse che era come asfalto bollito», e si divideva tra il mestiere del calciatore e quello del carpentiere. Due mondi diversi, eppure oggi come negli anni ‘90 fa scandalo un giocatore che fuma.
Perché?
«In realtà io e Nainggolan facciamo quello che fanno tutti, ma siamo un po’ “stupidini”.Lui è stato ingenuo nel mettere il video su internet, un errore che facevo anch’io: fumavo e non lo nascondevo. Per me era una cosa tranquilla, gli altri erano più bravi a nascondersi. Scommetto che a Capodanno in molti erano messi peggio di Radja, ma ai giorni d’oggi bisogna essere intelligenti».
I social network sono pericolosi?
«Lui ha fatto una scemenza a mettere il video online. Ma i social possono anche aiutarti tanto: puoi postare 50 mila volte i 3-4 gol che hai fatto e ti chiamano in Nazionale».
L’ex presidente del Brescia Corioni di lei disse: «Senza grappa e sigarette sarebbe il più forte di tutti». Vale anche per Nainggolan?
«A prescindere dalle sigarette, Radja è comunque il più forte. Uno come lui quando va in campo dà il cuore e corre il doppio degli altri, è importante, se non indispensabile, per la Roma. Sembra che oggi conti di più l’aspetto, cosa si pensa e si dice, trent’anni fa contavano i gol».
Un calciatore può fumare e bere?
«Io sono convinto che 10 sigarette a uno sportivo fanno meno male che 5 a chi ha una vita sedentaria. I polmoni li liberi quando ti alleni. Nainggolan ha messo un video da brillo, ma chi non beve un bicchierino in più ogni tanto? Non è che si ubriaca tutte le sere, altrimenti non farebbe il calciatore».
La società ha gestito internamente il caso, giusto così?
«Assolutamente sì, sicuramente Radja quando è andato a Trigoria ha guardato il mister negli occhi e ha capito che ha fatto un errore. La cosa giusta è chiedere scusa nello spogliatoio, lì finisce tutto. Anche perché quando va in campo lui dà il 100%, se fossi in Di Francesco mi incazzerei di più con Schick che non rende…».
A proposito, una volta lei disse: «Non rendo al meglio se non fumo»…
«Era un mio metodo, ognuno ha il suo: c’era chi si faceva un massaggio, io ascoltavo Novellino e andavo in bagno a farmi 5 “tirate”, mi rilassava. Eusebio giocava con me, era un professionista e parlava già di tattica. Aveva la vista propositiva da mister».
E Hubner allenerà?
«Sì, sto aspettando che qualche squadra mi chiami, mi piacerebbe fare il vice. Con Di Francesco? Ha già il suo staff».
Com’è cambiato il calcio?
«È più veloce e le carriere sono più lunghe. Quando ho cominciato io i “vecchi” avevano 32-33 anni, ora i preparatori ti aiutano e fino a 38 ci arrivi. La VAR mi piace tantissimo e mi fa venire nostalgia perché ripenso a tutti i rigori che non mi hanno dato col Piacenza e il Brescia: avrei segnato qualche gol in più».
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