Daniele De Rossi

(Il Messaggero – U. Trani) Lo stop di Marassi, imprevisto e doloroso, incide subito sulla classifica. La Roma, nella fase cruciale della sua risalita, rallenta quando meno te l’aspetti: 1 a 1 contro il Genoa terzultimo. Ma, come spesso è accaduto nella sua storia, deve prendersela con se stessa. Nella circostanza, per la verità, con il suo capitano. Perché, con il match in ghiaccio dopo la rete di El Shaarawy, proprio De Rossi ha nuovamente sbandato, confermando quei black out che hanno caratterizzato alcune fasi della sua carriera. Schiaffone senza motivo a Lapadula: rosso, rigore e 2 punti buttati. Chi sta davanti sorride, Di Francesco impreca. E fa bene, chiamando in causa l’incredibile gaffe del suo giocatore e quelle dell’arbitro Giacomelli che vede poco e male. Il 1° pari in questo torneo (l’ultimo addirittura il 15 aprile) interrompe, insomma, la striscia di vittorie esterne (5 in questo torneo e 12 contando anche le 7 con Spalletti) e soprattutto la rincorsa dei giallorossi (5 successi consecutivi in campionato).

PROVA INCOMPLETA – La prestazione della Roma va divisa in due: discontinua e scontata nel primo tempo, efficace e spavalda nella ripresa. Ma metà partita non è bastata per prendersi i 3 punti. Come il nuovo turnover di Di Francesco che comunque è stato pronto ad intervenire in corsa per migliorare l’assetto iniziale. Anche a Marassi, dunque, ha insistito con la rotazione extralarge. Da Madrid a Genova, mezza squadra è diversa. Ancora 5 cambi, quasi un’abitudine in questa stagione. E novità in ogni reparto, con Florenzi per Peres, Jesus per Manolas, Strootman per Pellegrini, De Rossi per Gonalons ed El Shaarawy per Gerson. Ma, oltre al coinvolgimento dell’intera rosa,l’obiettivo è di mettere in campo chi, al momento, è al top. Perché la Championsconsuma energie, fisiche e mentali. E, per rendersi conto di quanto le fatiche in Europaincidano nel rendimento, basta vedere il comportamento altalenante della Roma nei primi 45 minuti. Avanti a strappi, nel ritmo e nel fraseggio. Il Genoa, 2 punti (5 sconfitte) in 7 gare casalinghe, non rinnega invece il suo piano. Il 3-5-2 di Ballardini diventa prudente in fase difensiva: Rosi si abbassa a destra e Laxalt fa lo stesso a sinistra. I due esterni, insomma si allineano ai centrali Izzo, Spolli e Zukanovic. Sotto palla, comunque, c’è la squadra al completo. Che fatica ovviamente a salire, con Pandev e Taarabt, verso Alisson. Anche Perin, fino all’intervallo, ha però poco lavoro. Giusto un paio di interventi su tiretti di El Shaarawy e Nainggolan. In più, sempre su girata di El Shaarawy, c’è la respinta di gomito, davanti al portiere, di Laxalt: inutili le proteste giallorosse.

INTERVENTO PROVVIDENZIALE – La Roma fa la partita, ma senza pressing. Non ne ha bisogno, proprio per l’atteggiamento rinunciatario del Genoa che gioca in attesa della ripartenza giusta. Come quella di Taarabt, azzerata però dallo scatto di Jesus, bravo a sfilargli il pallone sul più bello. Di Francesco si gioca la carta Defrel, fuori Perotti. E non sbaglia: cross di Florenzi e gol di El Shaarawy che si è appena sposta a sinistra sulla fascia preferita.

MANATA FATALE – De Rossi, però, complica improvvisamente il pomeriggio ai compagni. Schiaffo in area a Lapadula: rosso, il 2° di fila dopo quello (per doppia ammonizione, però) di Peres a Madrid, e rigore. Lapadula trasforma e i giallorossi giocano mezza ripresa in inferiorità numerica, passando al 4-4-1. Più avanti, dopo l’ingresso di Gonalons per El Shaarawy, con Nainggolan allargato a sinistra. Strootmancolpisce la traversa su appoggio di Kolarov. Nel finale entra a destra Schick, e anche bene, per Nainggolan, sostituito sulla fascia da Defrel. Lapadula spreca due chance, Defrel una. E Fazio, nella stessa azione, chiede il rigore (abbraccio di Spolli) o almeno il Var. Giacomelli, come sul corner dell’espulsione di De Rossi, non interviene. E nessuno, però, corre in suo aiuto e a rimetterci è la Roma che adesso vede le rivali più lontane.



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