ULTIME NOTIZIE AS ROMA NAPOLI DE LAURENTIIS – Romano di nascita, campano per origini, Aurelio De Laurentiis secondo la sacra chiesa del pallone oggi dovrebbe essere osannato a Napoli e osteggiato in quella Capitale nella quale vive da rivale calcistico. E invece è esattamente l’opposto, scrive La Gazzetta dello Sport.
Perché quando arriva nella città del Golfo da anni una scorta della Polizia lo segue in ogni spostamento per via di minacce subite in passato. E anche adesso che il Napoli vola e guarda tutti dall’alto una certa acredine non è stata smussata e con la città il rapporto rimane complicato.
Diverso invece quello che accade nella Capitale, dove nel tempo Aurelio ha raggiunto una stima anche calcistica, dopo quella acquisita nei decenni di lavoro nel mondo della celluloide, lui che è cresciuto negli studi di Cinecittà dove seguiva sul set – tra gli altri – zia Silvana Mangano, moglie di Dino De Laurentiis. E del cinema è stato protagonista a lungo come produttore dei cosiddetti Cinepanettoni – campioni d’incasso al botteghino – prima di diversificare le proprie attività imprenditoriali e spostare sul calcio il proprio “core business”.
Ecco, intorno a Roma – Pomezia per la precisione – da qualche anno De Laurentiis (in società con i fratelli Della Valle) ha creato un parco divertimenti tematico sul cinema, per restare legato alla tradizione di un mondo che sta cambiando profondamente, senza sorprendere però l’uomo di spettacolo e più avanti vi spieghiamo perché.
Ma torniamo nel cuore della Capitale, dove Aurelio vive con la sua famiglia in una palazzina dove ci sono anche gli studi della Filmauro a due passi dalla residenza del Presidente della Repubblica e con uno splendido panorama su Roma dalla collina del Quirinale. Quando impegni di lavoro e il tempo lo consente, De Laurentiis ama scendere a piedi da casa per dirigersi verso Fontana di Trevi.
Attraversando alcuni dei vicoli più belli di una Roma da “Dolce vita”, Aurelio raggiunge vicolo delle Bollette, dove per lui c’è sempre un tavolo disponibile alla trattoria “al Moro”, classica osteria che da quasi un secolo segue i canoni e la tradizione della cucina romanesca. Un luogo di culto, riservato a non più di 40 persone, da sempre clientela selezionatissima. Qui si sono chiusi grandi affari, ma anche decise maggioranze di governo o accordi per mettere in crisi un esecutivo.
De Laurentiis non ama parlare di calcio, ma lo faceva con gusto quando il compianto proprietario Franco Romagnoli – romanista sfegatato – lo provocava amabilmente. Oggi quelle provocazioni sono diventate quasi rimpianti perché sulla sponda giallorossa hanno visto in questi anni passaggi americani e nessun trofeo vinto. Mentre proprio all’Olimpico Aurelio esultava alzando due Coppe Italia.
Qualcuno si augurava pure che De Laurentiis lasciasse il Napoli per prendere la Roma. E probabilmente proprio dai tavoli del Moro partì nel 2016 una voce “accreditata” che il produttore stesse per acquistare il club giallorosso. Una speranza più che una notizia. Aurelio allora era innamorato di Sarri e ci teneva al suo giocattolo. Proprio come oggi, in piena crisi finanziaria, grazie alla scelta Spalletti si ritrova con un gioiello in mano, esempio di oculata gestione dei bilanci.
Aurelio continua a essere circondato da uomini di fede giallorossa. Come il direttore generale di Filmauro, e vecchio amico, Maurizio Amati. O Carlo Verdone, come Amati tifoso deluso e poco credente. Ieri sera erano tutti insieme al Festival del Cinema di Roma, sul red carpet a presentare “Vita da Carlo”, serie che andrà in onda su “Prime” prodotta dalla Filmauro. Ecco la nuova frontiera, che sta sperimentando: le piattaforme on demand tv. E Amazon è anche sponsor del Napoli.
Tutti felici e contenti – De Laurentiis e il figlio Luigi, capolista con Napoli e Bari – tranne un affranto, calcisticamente parlando, Verdone. Che ha declinato l’invito di Aurelio domani allo stadio Olimpico. Carlo questa Roma non riesce proprio a guardarla.
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