NOTIZIE UDINESE-ROMA DE PAUL – Gli allenatori hanno l’olfatto molto sensibile. Sentono puzza di bruciato prima degli altri quando c’è (come Di Francesco), oppure annusano al volo l’aria che tira (come Nicola). Il tecnico della Roma forse se lo sentiva: “È questa la partita più difficile”. Sottintendeva delle tre di questa “settimana Champions” (ora Real Madrid e Inter) che inizia malissimo, anche per gli infortuni. La continuità, questa sconosciuta. Soprattutto in trasferta, dove la Roma ha un abbrivio recente da due pareggi e una sconfitta. Guardandosi alle spalle Di Francesco vede una vittoria nelle ultime cinque partite, vede 19 punti in 13 partite.
Si avvicina almeno un po’, invece, la quota sicurezza per l’Udinese, che in casa non vinceva da fine agosto, non segnava da tre partite e perdeva da quattro: un nuovo allenatore fa bene il suo mestiere anche se dà subito un segnale. È onesto riconoscere che la squadra, a livello di gioco, con Velazquez non stava facendo male, ma per salvarsi bisogna far punti: non uno nelle ultime sette partite.
Bisogna vincere anche così, facendo gol con il primo tiro nello specchio. Nicola alla sua prima in panchina non ha fatto rivoluzioni (ancora 3-5-2), ma ha capito al volo cosa serviva e cosa al momento poteva chiedere per ripartire: sintonia totale con la squadra, più ordine, più attenzione per evitare errori pesanti in fase difensiva, più cattiveria nel recupero palla. Ha intuito chi poteva interpretare bene il suo progetto: Larsen di nuovo centrale difensivo per sfruttarne la rapidità, Samir largo a sinistra e soprattutto De Paul e Pussetto davanti, con la coraggiosa rinuncia a Lasagna.
Non era facile non perdere le misure contro un governo palla insistito, anche se compassato, come quello giallorosso. Ma spesso i numeri ingannano: la Roma ha chiuso con 12 angoli a zero e due record stagionali, il 75% di possesso e 26 tiri, ma senza mai dare l’impressione di poter sfondare. Di Francesco non può neanche rimproverarsi le scelte di Schick e Kluivert: Dzeko e Under, due staffette zoppe, non gli hanno dato granché torto.
(Gazzetta dello Sport – A. Elefante)
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