Non è certo uno che si tira indietro De Rossi, tante volte ha stretto i denti andando anche oltre i limiti del dolore. La ricaduta nei minuti finali di Roma-Real è l’esempio più recente della sua voglia di esserci e di dare una mano alla squadra, nonostante il polpaccio – lo stesso a cui si è fatto male giovedì scorso in Nazionale – non fosse del tutto guarito. Un tentativo lo farà pure questa volta, ammesso che fili tutto liscio fino a domenica. Ieri, nel giorno libero per la squadra, si è allenato a Trigoria assieme agli acciaccati Totti (affaticamento) e Perotti (vesciche) e ai lungodegenti Rudiger e Nura. De Rossi ha lavorato sia in palestra sia in campo, oggi e domani dovrebbe continuare il programma personalizzato di recupero e, se dovesse riuscire a partecipare alla rifinitura pre-Samp, Spalletti potrebbe includerlo tra i convocati.
L’ok dei medici è indispensabile, nessuno vuole correre rischi e la lezione di sei mesi fa l’hanno imparata tutti: un quarto d’ora di partita seguito da un mese di stop. E ancora risuona la frase dell’allenatore sui dottori che «devono essere da Roma». De Rossi, insomma, nel migliore dei casi sembra destinato alla panchina (altrimenti aspetterà la trasferta a Firenze per riunirsi alla squadra) e sarà uno tra Paredes e Florenzi a rimpiazzarlo in mediana. E’ stata una giornata di esami per Rudiger, che ha ricevuto buone notizie dai controlli svolti a Villa Stuart: a 3 mesi dal crac entra a tutti gli effetti nell’«area sportiva» e tra un mese dovrebbe essere pronto per gli allenamenti in gruppo. Oggi Trigoria torna a riempirsi con il ritorno dei nazionali: in programma c’è una doppia seduta. Dzeko ha segnato con la Bosnia e sulla scia dell’entusiasmo dovrebbe tornare titolare domenica: «Finalmente mi sento bene e si vede». Ha fatto invece mea culpa per la rete subita dall’Olanda Strootman: «Un errore incredibile, normalmente non mi succede». Con la Samp può già rifarsi.
(Il Tempo – E. Menghi)
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