Non c’è nulla, nell’aspetto, che possa fare accostare Daniele De Rossi a Paolo Rossi. Però quando il centrocampista azzurro ha messo alle spalle di Strakosha il calcio di rigore che ha spianato la strada alla vittoria sull’Albania, l’orologio del tempo si è messo a correre all’indietro fermandosi sul 20. Venti come i gol che Pablito aveva segnato in Nazionale, gli stessi segnati da Daniele, che è diventato così il 12° marcatore della storia della nazionale azzurra. Forse non è un caso che tutto questo sia avvenuto a Palermo, dove è al terzo gol in azzurro. Proprio qui Daniele scoprì di essere un predestinato anche in Nazionale, visto che il 4 settembre del 2004, a 21 anni, alla prima partita in azzurro – contro la Norvegia – andò subito in rete.

Tutti quelli che lo precedono nella classifica dei cannonieri azzurri sono tutti attaccanti. “Per questo sono sorpreso che sia lui a raggiungermi – aveva detto lo stesso Pablito poche settimane fa – mi sarei aspettato un giocatore più offensivo, ma Daniele sa fare tutto ed è un leader“. Se vogliamo, anche un messaggio al laziale Strakosha, che fra due settimane dovrà evitare la rimonta della Roma nella seminale di ritorno della Coppa Italia. “Segnare a Palermo è una felice coincidenza – dice appunto De Rossi -. Quasi ogni volta che vengo qui faccio gol. Questa città merita il meglio del grande calcio. In altre parti invece c’è meno partecipazione per la Nazionale“. Titoli di coda sul suo futuro incognito: “L’avvenire per me è l’Olanda martedì, poi l’Empoli e così via. E se dovessi andare all’estero, non credo sarebbe un problema per la Nazionale. Il prossimo anno io e Totti faremo il tifo per la Roma, che è la cosa più importante”.

(Gazzetta dello Sport)



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