Domani alle 18 Daniele De Rossi giocherà la sua prima partita da capitano vero, ufficiale. La prima partita del post-Totti, dove il 16 si è finalmente scrollato di dosso l’etichetta di Capitan Futuro. Ora il capitano è proprio lui e da domani se ne assumerà tutte le responsabilità. A Bergamo, anche in passato, di cose ne sono successe. Come la famosa tribuna con Luis Enrique. Era il febbraio del 2012, con il centrocampista giallorosso che arrivò in ritardo di qualche minuto alla riunione tecnica prepartita. De Rossi finì in tribuna, al suo posto giocò Gago. Con i risultati che poi tutti videro in campo: la Roma affondò per 4-1 e quella fu una delle pagine più basse dell’avventura giallorossa del tecnico spagnolo.
Domani, magari, quando De Rossi scenderà in campo con la fascia ripenserà anche a questo. Molto più probabilmente, però, penserà a come portar fuori subito la Roma dai primi focolai polemici che si stanno accendendo intorno alla squadra ed a Di Francesco. Senza Totti ora il simbolo è proprio lui. «Ho lavorato tanto per diventare una persona importante per la Roma e per i tifosi, la pressione non l’ho mai sofferta molto – ha detto recentemente –. A fine partita sento la responsabilità di essere un simbolo, ma a 34 anni devo dare un equilibrio alla mia focosità in campo. E, da questo punto di vista, la fascia mi aiuterà».
Per De Rossi il difficile non sarà reggere la pressione o il peso della responsabilità, quanto calarsi il prima possibile nel calcio di Di Francesco. Daniele, infatti, gioca nella casella che Eusebio considera fondamentale, quella di regista. Lì bisogna dettare i tempi ma, soprattutto, giocare in verticale. È quello che il tecnico chiede sia a lui sia al francese Gonalons. De Rossi per ora ci sta provando, ma deve ancora crescere in materia. Nel senso che lui è più abituato a giocare in orizzontale che in verticale e questo di certo non lo aiuta.
(Gazzetta dello Sport)
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