Le «sliding doors» della vita li hanno separati probabilmente troppo presto. Mentre sbocciava una straordinaria carriera, un’altra si infrangeva contro un brutto infortunio curato male che non gli ha più permesso di tornare a certi livelli. Nonostante tutto, Daniele Rossi ricorda perfettamente ogni attimo vissuto in campo al fianco di Francesco Totti, il collega e amico con cui può vantare uno scudetto Allievi conquistato con la maglia della Roma nel 1993. Negli ultimi tempi, Daniele ha raccontato la sua storia all’interno del documentario «Zero a zero», che ripercorre la breve carriera e la testimonianza di chi è stato costretto ad assaporare soltanto l’altra faccia della medaglia. Però il rapporto con Totti non è mai cambiato. «Ci incontriamo ogni tanto, è chiaro che frequentarsi adesso non è così semplice, ma lui è rimasto sempre lo stesso. La sua grande forza è sempre stata la semplicità, la simpatia e la generosità. Tutte qualità che Francesco non ha mai perso anche se è diventato un mito del calcio mondiale».

Oggi il capitano romanista compie quarant’anni.
«Ed è ancora il più forte di tutti. Auguri a lui per i suoi 4×10, perché lui è un 10 infinito, un giocatore immenso».

Il miglior giocatore italiano di sempre?
«Io sono cresciuto con Baggio e ho avuto il privilegio di giocare con Francesco, credetemi ogni anno che passa mi convinco che lui sia stato l’unico a superare un mito assoluto come il Divin Codino».

Da giovani si notava tutta questa differenza?
«Ho vinto uno scudetto Allievi con lui e poi ci ho giocato anche in Primavera. È sempre stato un paio di categorie avanti a tutti. In quegli anni eravamo molto amici, sempre insieme anche fuori dal campo. Siamo stati compagni anche tre anni al Poliziano, ci siamo diplomati insieme (ride)».

Quale sarebbe il suo regalo per lui?
«Anche un paio a questo punto. Gli auguro di continuare a giocare e a stupirci ancora, e perché no, di andare a riprendere Piola nella classifica capo cannonieri di sempre. Guardate che non manca tanto».

C’è qualcosa di irrisolto tra lui e Spalletti?
«Non lo so, però Francesco merita rispetto. Qualcosa tra loro certamente si è trascinato dalla prima esperienza a Roma di Spalletti, ma lui è uno che il rispetto se lo prende per quello che fa in campo».

Quindi?
«Quindi Totti non sarà immortale, anche se io ci spero ancora».

(Il Tempo – A. Serafini)



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