Daniele De Rossi

(Il Messaggero – U. Trani) «A Roma le griglie le facciamo in troppi: il 31 luglio, il 31 agosto e anche a settembre. Ogni mese. Io, dunque, evito». Capitan De Rossi preferisce restare sotto coperta. «Non spetta a me. Quest’anno ero felice che non avevamo i fari addosso: eravamo usciti fuori dai radar delle potenziali vincitrici dello scudetto. Ogni estate siamo sempre i futuri campioni. Sabato e domenica, per la sconfitta contro l’Inter, ero davvero giù. Schick è un ottimo giocatore, ma ora penso solo all’Italia». E, di sfuggita, alla Var: «Veniamo da un episodio recente sfortunato nell’ultima partita. Per una puoi continuare a essere sfavorito, subendo una decisione negativa, ma alla lunga limerà gli errori a un numero bassissimo». Rivela la battuta fatta all’arbitro Irrati: «Gli ho chiesto se la Var si era rotta? In due gare non ci hanno mai fermato, la sosta da vecchietto me la prendo tutta. È, però, più un problema se c’è un rigore netto e non te lo fischiano o te lo danno e hanno simulato. Il mio sport preferito è il football americano: lì è usata da sempre e mette tutti d’accordo».

NIENTE DI SCRITTO «Siamo consci di poter fare una piccola impresa» assicura Daniele che già si gusta la sfida di Madrid. «Giusto dire che la Spagna è favorita: negli ultimi anni ha fatto brillare gli occhi a tutto il mondo, ma le ultime buone prestazioni contro di loro. Non andiamo, insomma, lì come vittime sacrificali». E senza spaventarsi. «Perché chi ha paura di giocare al Bernabeu ce l’ha anche a San Siro, allo Stadium di Torino, a Manchester o a Barcellona. Siamo una nazionale giovane, ma con grande personalità. E sappiamo sempre che cosa dobbiamo fare in campo: questo ci rende più sicuri. Non è vero che adesso loro siano meno forti. Se fosse così mi preoccuperei: quando i campioni leggono di essere in crisi, tirano fuori l’orgoglio. Noi, però, all’Europeo abbiamo vinto e all’andata abbiamo pareggiato, nel finale abbiano anche rischiato di batterli. Quindi sono tranquillo. E le altre partite, comunque, non saranno più complicate di questa: arriveremo almeno secondi. A Madrid è quasi un primo turno di Mondiale, come un antipasto. Voglio vedere l’approccio che avranno i giovani. Poi gli spareggi sono pieni d’insidie, ci arrivano seconde come noi che non vorremmo mai incontrare».

PIANO SVELATO De Rossi, chiarendo il percorso in azzurro di alcuni suoi compagni, fa capire la strategia di Ventura (3-4-1-2). Basta sentire come parla del tandem Belotti e Immobile. «Si completano benissimo: per anni faranno coppia in Nazionale». Di Insigne. «E’ tra i più in forma. Da due anni sta facendo veder cose eccezionali anche grazie a Sarri che è tra i più bravi al mondo. Non so se sarà in panchina, ma potrebbe essere una scelta tattica e non una bocciatura. E può essere decisivo in corsa». E di Verratti: «Persona carinissima e perbene. Un fuoriclasse, indipendentemente se giochi più dietro o più avanti. Nel Psg dovrà abituarsi a fare l’interditore. Lì hanno preso solo attaccanti e se giochi con Neymar e Mbappé rischi di essere il meno forte davanti. Qui, invece, è un punto di riferimento. Io ho giocato in tutti i ruoli del centrocampo. A due, tre e due e mezzo. Cambia qualcosina, ma nessun problema. Non andremo in campo per chiuderla in dieci minuti, andando all’attacco: la gara è lunga e contano gli episodi».

OBIETTIVO PERSONALE «Non considero questo match come l’ultima chiamata. E’ chiaro che mi piacerebbe giocare il quarto mondiale, anche perché non avrei una nuova chance nel 2022 per motivi d’età. Sarebbe bellissimo: c’è chi sogna di farne uno…». Si presenta al Bernabeu da cannoniere azzurro (21). «Non penso al gol, ma a un’Italia vincente, come nell’ottantadue. Non ero nato. Ne ho però viste tante che, pur non essendo bellissime, hanno raccolto grandi soddisfazioni grazie al carattere che tutti ci riconoscono, pure ora».



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