L’America può attendere. De Rossi resta dentro la Roma con anima e corpo. E il finale della sua intensa avventura in giallorosso resta tutto da scrivere. Sì, il contratto scade al termine del campionato, la tentazione di seguire l’esempio di Pirlo e chiudere la carriera negli States è sempre forte, ma quel momento lo vede ancora lontano. Negli ultimi tempi Daniele starebbe ragionando su un nuovo contratto da impostare insieme alla società. Magari di una sola stagione, sicuramente a cifre più basse rispetto allo stipendio attuale. La trattativa potrebbe partire a breve: tre giorni fa a Trigoria è spuntato il suo agente Sergio Berti. Un procuratore che gestisce diversi calciatori in orbita giallorossa, giovani compresi, pronto a sedersi al tavolo con i dirigenti per discutere del rinnovo di De Rossi quanto prima. Di sicuro nessuna delle due parti ha voglia di creare un nuovo caso Totti. I rapporti sono ottimi, Pallotta è disposto ad ascoltare i progetti del centrocampista che per ora preferisce non parlarne in pubblico «ma non perché – come ha spiegato domenica scorsa dopo la gara con l’Inter – io sia spaventato dall’idea di chiudere quest’anno con la Roma, il prossimo o tra due. Non dico nulla perché adesso non serve, non ha senso». La società pensa allo stesso modo e prima vuole sistemare le priorità in agenda: Nainggolan e Manolas stanno per firmare i rispettivi adeguamenti, poi toccherà a Strootman. De Rossi aspetta il suo turno senza fretta, sta valutando i pro e i contro delle due possibili scelte insieme alla famiglia, alla quale si è aggiunto il piccolo Noah un mese fa. A 33 anni, nel calcio di oggi, c’è ancora spazio per togliersi delle soddisfazioni. E per uno come lui nessuna sarebbe al livello di una vittoria importante con la Roma. Intanto stasera c’è la maglia della Nazionale da difendere, il suo altro grande amore sportivo. Contro la Spagna partirà titolare e prima della gara riceverà una targa dell’Uefa per il superamento delle 100 presenze in azzurro. Con stasera fanno 108, altre quattro partite e raggiungerà Zoff. Poi c’è il quarto mondiale da inseguire nel 2018. Restando a Roma sarebbe molto più facile giocarlo.

(Il Tempo – A. Austini)



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