Daniele De Rossi

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Il giorno dopo restano la multa, il fracasso, la chiacchierata con Di Francesco, l’assist di Totti, la voglia di chiudere la faccenda prima di subito. Anzi no: resta pure la fascia di capitano. Nessuna sanzione accessoria per Daniele De Rossi dopo lo schiaffo rifilato a Lapadula, nessun replay di quanto deciso da Spalletti un anno fa dopo il fallaccio e il rosso nel playoff contro il Porto. Allora il centrocampista fu fermato dalla Uefa per tre turni e l’allora tecnico della Roma decise di togliere la fascia al giocatore per altrettante partite. Stavolta no, non sarà così. Di Francesco preferisce risolverla con le parole – e ieri un colloquio tra i due è servito proprio a questo – più che con i gesti simbolici.

IL PRECEDENTE – Tanto in ogni caso le sanzioni vere e proprie non mancheranno. De Rossi pagherà la multa di Trigoria per il gesto di Marassi, come da regolamento interno firmato a inizio stagione dai giocatori che prevede un’ammenda per chi, in campo e fuori, si comporta in modo tale da danneggiare tutta la squadra. Oggi, poi, arriverà anche la squalifica del giudice sportivo: la condotta violenta prevede uno stop di tre giornate, lo schiaffo rientra in questa categoria a meno che non vengano riconosciute le attenuanti. La Roma si aggrappa però al precedente di Bonucci, che un mese fa – proprio contro il Genoa – rifilò una gomitata a Rosi e fu punito con due turni: invece della condotta violenta, al difensore rossonero fu attribuito il comportamento gravemente antisportivo.

ASSIST TOTTI – Comportamento da dirigente, invece, è stato quello di Francesco Totti, che via social ha lanciato un messaggio di vicinanza a De Rossi: «Tutti hanno il diritto di sbagliare. Daniele ieri ha sbagliato ed è il primo a saperlo. Ma nessuno può mettere in discussione quello che ha fatto e quello che farà per la Roma: è il nostro capitano. Ora al lavoro, tutti insieme, per ripartire subito». Più o meno in stile Nainggolan: «De Rossi è romanista e vive le partite in maniera particolare. Noi compagni gli siamo vicini». Non c’è altro da fare, in fondo. Anche perché i due punti buttati a Genova non li ridà indietro nessuno.



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