Daniele De Rossi

AS ROMA NEWS DE ROSSI – Quarant’anni. Il più giovane. Il più vincente. «Er più», direbbero a Ostia, la zona di Roma dov’è nato. Esistesse il campionato europeo solo degli allenatori subentrati, Daniele De Rossi potrebbe già alzare il trofeo della Champions: è in cima alla classifica dei tecnici dei cinque tornei top d’Europa, colui che in corsa, correndo a cento all’ora, ha saputo capitalizzare meglio degli altri le nove panchine in Serie A, con una percentuale di vittorie del 77,8% e una media punti eccellente di 2,44 a partita, scrive La Gazzetta dello Sport.

Con il grande merito rispetto agli altri, peraltro, di allenare non una squadra di seconda fascia, ma la Roma: un club di alto livello in una grande città, abituato a lottare al vertice tra mille pressioni e aspettative.

Davanti ai coach di Lione e Rennes, Pierre Sage e Julien Stephan, che però in panchina hanno gestito nella Ligue 1 quattordici gare ciascuno (a seguire Marcelino con 16 nella Liga, Jess Thorup addirittura con 19 e Bjelica con 14 in Bundesliga), Capitan Futuro ha stravinto finora il confronto allargato e il suo calcio è già oggetto di studio.

Una multi-strategia costruita su più fattori: la passione del talento nato e cresciuto nel vivaio giallorosso, la dedizione che lo ha reso carismatico e leader silenzioso in grado di assumersi grandi responsabilità e la tradizione che è quella di famiglia, di un calcio studiato fin dai primi passi seguendo la saggia guida del padre, Alberto, responsabile alla Roma anche dei tecnici delle squadre nazionali. In due mesi, si è preso tutto: illuminando un mondo, quello giallorosso, che continua a credere ai propri sogni.

E i sogni di gloria si coltivano anche con il coraggio di cambiare. A partire dai diversi moduli tattici che DDR ha utilizzato da quando allena a Trigoria: ben sei, con il 4-3-3 come schema di partenza. E con l’onestà, pure, di dire «Ho sbagliato», come quando a Firenze, per esempio, ha schierato la squadra con la difesa a tre (su cui aveva puntato con alterne fortune il predecessore Josè Mourinho), trasmettendo un messaggio di timidezza al gruppo.

Ma nessuno, in queste nove giornate di serie A targate De Rossi, ha segnato in ogni caso più di lui. Con Daniele in panchina, i giallorossi hanno messo a segno 23 gol nelle sue nove in A, con la più alta percentuale realizzativa (25%), meglio di ogni altra squadra del campionato. Proprio perché dal centrocampo in su la musica è cambiata e la squadra ha ormai una spiccata vocazione offensiva. Che si sviluppa attraverso il movimento dei trequartisti attorno a Lukaku, le sovrapposizioni degli esterni e gli inserimenti dei mediani, in coincidenza con la rinascita di uomini simbolo come Pellegrini. Exploit personali e numeri di gruppo che hanno portato la squadra a guadagnare fin qui ben 22 punti in classifica: nello stesso periodo, soltanto l’Inter di Inzaghi ha fatto meglio, conquistandone 25.

E tutti, del resto, sono coinvolti in questo progetto “derossiano” di respiro europeo, compresi i giovani, come il talento Joao Costa, impiegato durante il recupero in Europa League a Brighton, per un totale di 23 giocatori utilizzati. Un turn over anche necessario, visti gli impegni ravvicinati, che d’altra parte ha evidenziato pure la capacità dell’allenatore di saper vincere soffrendo, di misura, “a corto muso”, non brillando magari nel gioco, ma sfruttando al massimo le occasioni in partita.

Emblematica l’ultima sfida con il Sassuolo, domato in una giornata di stanchezza mentale arrivata dopo le fatiche in Europa grazie alla prodezza personale di Pellegrini ma pure in ragione di un’anima forte che la squadra ormai possiede. Non resta ora che giocarsi la volata per la Champions, potendo contare sulla spinta dei tifosi dell’Olimpico contro avversari notevoli come Lazio, Juve e Bologna e con Dybala e Lukaku a pieno regime. Tra l’ammirazione dei colleghi d’Europa e di fronte al mare di Roma, DDR continua a provare sensazioni di orizzonti illimitati.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨