In principio ci fu Gianluca Curci: era il 23 ottobre del 2005, il ventenne portiere ex Primavera era il titolare della Roma, Spalletti non si fece problemi a metterlo fuori durante il derby (terminato 1-1), nonostante, da romano e romanista, fosse considerato dalla società il presente e il futuro del club. La personalità, al tecnico toscano, non è mai mancata, e in questa sua nuova esperienza romanista non si sta facendo problemi a mettere in discussione i tre totem del gruppo, i “tre capitani”, per dirla con le parole di Kevin Strootman.

FLORENZI — Il primo in ordine temporale è stato il giocatore che ieri a Cagliari aveva la fascia di capitano al braccio: Juve-Roma, 24 gennaio, Spalletti è a Trigoria da una settimana, quando sostituisce Florenzi lo rimprovera platealmente, e in mondovisione, per qualche parola di troppo verso l’arbitro e a fine partita dice: “È un ragazzo eccezionale, ma ogni tanto si perde con questi atteggiamenti. È un campione, ma deve fare di più”. Qualche giorno dopo, appurato che Florenzi si stava lamentando per un colpo alla caviglia, Spalletti ammette: “Se lo avessi saputo magari avrei evitato di dirgli certe cose”. Probabile, ma la sfuriata resta.

TOTTI — Il caso più eclatante. Il 20 febbraio il tecnico lo annuncia titolare contro il Palermo, contemporaneamente Francesco rilascia un’intervista alla Rai in cui chiede più rispetto e chiarezza, denunciando “mancanza di dialogo” con l’allenatore. Spalletti la prende malissimo e la mattina dopo allontana Totti dal ritiro. In serata, dopo la partita, la spiegazione: “Si fa così per la gestione del gruppo, dovevo mettere ordine per quella reazione a caldo. Sono d’accordo che merita rispetto per il campione che è, ma il rispetto lo devo dare anche a tutti gli altri”. I due, col tempo, si chiariscono, ma il rapporto non torna mai come quello di 10 anni fa, quando Spalletti convinse tutta la squadra ad abbandonare il ritiro per andare a casa di Totti, convalescente dopo l’operazione alla caviglia. Lo ammette anche il d.s. Sabatini alla “Gazzetta” il 6 giugno: “In Spalletti c’era una quota residuale di uno stato d’animo che era maturato in passato”.

DE ROSSI — L’ultima scelta di Spalletti è di ieri sera, anzi, ieri mattina, quando nell’hotel di Cagliari ha comunicato a Daniele che non sarebbe stato più capitano – in assenza di Totti – fino a data da destinarsi. Fascia ereditata da Florenzi, con Strootman come vice. La spiegazione, come sempre, nel post partita: “Siamo un gruppo unito, lo stesso De Rossi è d’accordo sull’avere un regolamento a cui attenersi tutti. La situazione dovrebbe andare avanti per qualche partita”. De Rossi paga l’espulsione col Porto: “Cose che a certi livelli non si spiegano”, ammette ancora Spalletti. Consapevole che la decisione avrebbe scatenato una nuova bufera, ma lo stile Roma, come ha ribadito lo stesso tecnico a Pallotta e ai dirigenti italiani, passa anche dal mettere in discussione gli intoccabili.

(Gazzetta.it – C. Zucchelli)



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