Daniele De Rossi

AS ROMA NEWS MILAN EUROPA LEAGUE DE ROSSI – Giovedì aveva voluto essere scaramantico: «Due squadre forti le abbiamo già affrontate, adesso una vale l’altra». Anche se poi, in uno slancio di sincerità, Daniele De Rossi si era lasciato andare: «Servirebbe una botta di fortuna». Ecco, l’auspicio non si è materializzato, perché il Milan – dopo Leverkusen e Liverpool – era probabilmente l’avversario peggiore da pescare nell’urna, scrive La Gazzetta dello Sport.

Ma la Roma guarda l’aspetto positivo, il fatto di conoscere bene la squadra rossonera e di poter preparare al meglio la sfida dei quarti di finale. Perché arrivato fin qui De Rossi ci ha preso gusto e vuole provare ad andare ancora più avanti, in semifinale, e magari anche un po’ più in là. «Una cosa è certa, nessuno sarà contento di affrontarci», aveva detto DDR giovedì sera.

De Rossi in questo quarto di finale di Europa League si gioca tanto, anche se non tutto. Ma quel tanto ha ovviamente un’accezione positiva, perché finora Daniele ha fatto ottime cose alla guida dei giallorossi, anche in Europa, e riuscire ad eliminare il Milan vorrebbe dire quasi mettere un’ipoteca definitiva sul suo futuro romanista.

A Trigoria i Friedkin (Dan & Ryan) sono già molto contenti del suo operato, fare ancora meglio vorrebbe dire veramente guadagnarsi anche il domani a tinte giallorosse. Del resto Feyenoord e Brighton erano già avversari di spessore, impegnativi, due test importanti per un allenatore con zero esperienza internazionale prima di affacciarsi proprio in questo torneo.

E De Rossi ne è uscito sempre bene, in entrambi i casi, portando la Roma tra le prime otto della seconda competizione continentale. E riuscire a spingersi ancora oltre, guadagnandosi la semifinale contro Leverkusen o West Ham sarebbe un traguardo subito storico per Daniele. E un obiettivo che inevitabilmente porterebbe a fare ragionamenti ancora più forti di quelli attuali sulla sua conferma sulla panchina della Roma.

Del resto De Rossi si era affacciato a Trigoria proprio così: «Ai Friedkin ho chiesto semplicemente di trattarmi da allenatore, non da ex calciatore o da leggenda». E la proprietà ha fatto e sta facendo proprio questo, trattandolo da tecnico. E, in questa ottica, è chiaro che i risultati siano poi inevitabilmente l’aspetto decisivo per valutare una sua eventuale conferma o meno. Finora De Rossi ha perso solo due partite sulle 11 totali (tra campionato e coppa), di cui una ininfluente – la sconfitta di giovedì sera a Brighton – e l’altra contro il carrarmato Inter, che sta dominando il campionato.

È vero che in qualche partita ha avuto anche la Dea bendata che gli ha dato una mano, ma nel complesso questi due primi mesi vengono considerati assai positivi. Anche nel fatto di aver ricostruito empatia e fiducia all’interno di un gruppo che invece iniziava ad essere sfilacciato. Insomma, quel che piace Friedkin di De Rossi è anche il fatto di come riesca ad essere trascinante, di come sia bravo ad ammaliare i giocatori ed a portarli a credere in quel che fanno e in quel che gli dice. Non è un aspetto banale, l’empatia è fondamentale nella gestione di ogni gruppo di lavoro, soprattutto in quelli calcistici.

Ed allora De Rossi cambierà poco rispetto allo scheletro di base, di certo non i 7 giocatori che ha sfruttato nel turnover di Brighton. Lì, però, c’era anche il peso della vittoria dell’andata, quel 4-0 che gli ha permesso di dare spazio alle seconde linee. Ma dopo quasi due mesi il periodo di rodaggio e di conoscenza si è praticamente concluso e da qui alla fine Daniele se non farà delle scelte definitive, ci si avvicinerà e anche di molto, cercando di mettere le cose a posto già dalla sfida di andata.

Anche se poi l’importante sarà uscire da San Siro ancora “vivi”, pronti poi a giocarsi tutte le proprie chances nella sfida di ritorno, all’Olimpico, grazie alla spinta dei tifosi giallorossi (domani con il Sassuolo la Roma festeggerà i due anni di sold out consecutivi, con oltre 3 milioni di spettatori in 55 partite, una percentuale di riempimento dello stadio del 99% e quasi cento milioni di incasso). De Rossi si giocherà con coraggio le sue fiches. Che poi sono fiches dorate, che possono davvero valere la conferma.



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