Negli ultimi giorni sono apparsi insulti su alcuni muri di Roma contro un ex portiere appena tornato in società come team manager, Morgan De Sanctis, del tipo «lurido maiale, firmi il verbale» oppure «spione». Il problema non sono le minacce degli ultrà, chi le riceve piuttosto è una spia, reo di aver sottoscritto una ricostruzione della Digos, di aver rotto quel muro di omertà che fa gioco a chi gioca col potere. Piccolo promemoria: il 19 marzo 2015 i giocatori della Roma vengono contestati, di più, minacciati sotto la curva Sud dopo l’eliminazione con la Fiorentina in Europa League.
De Sanctis va a prendersi gli insulti alla pari (tra gli altri) di Totti, De Rossi, Iturbe e Pjanic, che verrà pure colpito da un accendino. Comincia un’indagine, la Digos ricostruisce l’accaduto e interroga i calciatori. De Rossi e Totti, secondo la Digos, nell’interrogatorio provarono a ridimensionare l’accaduto. Iturbe si difese con le difficoltà linguistiche. De Sanctis invece confermò in toto la ricostruzione della Polizia. Da lì si arriva alle scritte dello scorso week end, proprio nei giorni del ritorno a Roma di De Sanctis. Il processo contro i tifosi è ancora in corso, queste ultime scritte probabilmente faranno in tempo a entrare tra gli atti del pm Albamonte. Entrambe portano la firma «Roma», presumibilmente riferito all’omonimo gruppo della curva Sud.
(Gazzetta dello Sport)
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA