(Il Messaggero – U. Trani) L’Italia, dopo l’andata del playoff, è fuori dal mondiale e, per dirla alla Tavecchio, vicina all’apocalisse e non alla Russia. La Svezia, con il suo calcio semplice e fisico, vince 1 a 0 alla Friends Arena e complica il percorso degli azzurri che, per qualificarsi, devono vincere lunedì a Milano con 2 gol di scarto. Quasi un’impresa, pesata la prestazione sconcertante della Nazionale, sempre più povera di idee, a Solna.
PRUDENZA ECCESSIVA – L’Italia fa cilecca contro la Svezia. L’attacco azzurro si ferma per la terza volta in 15 partite (solo 3 reti nelle ultime 5), dopo aver digiunato contro la Germania e la Spagna. Non c’è da stupirsi, il gioco non c’è più. Eppure la sfida è di facile lettura. Andersson e Ventura arrivano alla notte della verità senza alcun ripensamento e si sfidano con gli interpreti e i moduli annunciati. Scontato quello svedese, il classico 4-4-2, anche se il loro ct, almeno in partenza, va a imitare il nostro, alzando sulla linea delle punte Berg e Toivonen, a destra Claesson e a sinistra Forsberg, per l’improvvisato 4-2-4. Il sistema di gioco degli azzurri è quello preteso dai senatori, il 3-5-2 che, proprio per la spavalderia degli avversari, prevede subito Candreva e Darmian allineati ai centrali Barzagli, Bonucci e Chiellini. Linea difensiva, dunque a cinque, con Parolo, De Rossi e Verratti spesso esclusi dal palleggio e Belotti e Immobile ad aspettare il lancione che però è non è mai quello buono. Bonucci cade davanti a Buffon, perdendo sangue dal naso: Cakir ammonisce Berg e quindi gli sfugge la gomitata di Toivonen. Rischia pure De Rossi: manata a Berg. Il più nervoso è Verratti. Insegue l’arbitro per un fallo ricevuto e non rilevato. Fuori dal gioco e anche dal ritorno. Prima della mezz’ora prende il giallo per l’entrata su Sebastian Larsson. Diffidato come Chiellini, Parolo e Immobile non ci sarà a lunedì a Milano.
CAPITANO CORAGGIOSO – Belotti, su pennellata da sinistra di Darmian, si pappa subito il pallone per il vantaggio, saltando in libertà e incrociando però sul fondo. Toivonen risponde allargandosi sul centro-destra: diagonale da brivido, ma comunque largo. Forsberg calcia da fermo e in corsa, senza inquadrare la porta. L’unica parata di Buffon, invitato dai giornali svedesi ad andare in pensione e quindi non al suo 6° mondiale, è in uscita bassa e senza paura davanti al gigante Toivonen al quale sciaguratamente Chiellini lascia spazio e tiro.
IL TOCCO FATALE – L’Italia, fiacca e timida nella prima parte, prova ad alzare il ritmo nella ripresa. Avanza Candreva che va anche al tiro, il primo del match per gli azzurri: Olsen devia in angolo. Entrata scomposta di Granqvist su Parolo in area: Cakir ignora l’intervento e a seguire anche la gomitata di Berg, già ammonito, a De Rossi. Non basta agli azzurri, però, la ritrovata aggressività. Ekdal si ferma e Andersson da spazio a Johansson che, incrociando con l’Aek il Milan in Europa League, promise di lasciare il segno nel playoff. Detto e fatto. fallo laterale di Krafth, spizzata di Tovoinen in anticipo su Chielllini e destro da fuori di Johannson deviato da De Rossi. Ventura interviene: Eder per Belotti. Ma cambia poco, anche se da fuori Darmian, calciando forte di destro dal limite, prende il palo.
ASSALTO INUTILE – Subito dopo la mezz’ora, il tardivo ripensamento del ct: ecco Insigne, fuori Verratti, e il 4-2-4. L’Italia occupa la metà campo della Svezia, ma ormai vive nell’approssimazione. Tant’è vero che non spaventerà più Olsen. Il risultato, 1 a 0, è lo stesso dell’ultima sconfitta contro questa nazionale prima della caduta a Solna. Ma a Goteborg, nel giugno del 1998, il ko fu in amichevole. Stavolta ci può togliere il mondiale.
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