Rassegna stampa
Delvecchio: “Quando segni nel derby entri nella storia. E per Abraham è solo l’inizio”
AS ROMA NEWS DELVECCHIO ABRAHAM – Marco Delvecchio, ex giocatore della Roma, 9 gol nei derby, l’ultimo quasi 20 anni fa, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport per parlare di Tammy Abraham. Queste le sue dichiarazioni:
Marco Delvecchio, sorpreso dall’impatto di Tammy Abraham?
«Si è davvero presentato benissimo, al suo secondo derby ha già fatto una doppietta e negli anni futuri credo possa diventare un giocatore determinante in queste partite. Un uomo derby, insomma».
E come si diventa uomo derby?
«Per prima cosa sarò banale, magari, ma bisogna fare gol. Perché poi se non si segna è difficile diventarlo. Poi credo che ci voglia il giusto mix: bisogna essere freddi davanti al portiere e nelle occasioni che contano e al tempo stesso bisogna lasciarsi trasportare dalle emozioni di una partita magica. Che resiste all’usura del tempo. Non penso mai al fatto che siano trascorsi 20 anni dal mio ultimo gol alla Lazio, ma penso a tutto il resto, lo ammetto. Mi è impossibile non farlo, a Roma me lo ricordano tutti, ogni volta che incontro qualcuno. Ancora adesso i tifosi ne parlano e a me fa solo che piacere, devo essere onesto».
Tornando al presente: Abraham le piace?
«Moltissimo, giocatore davvero forte che ha tutto e può crescere ancora tanto, ha dei margini incredibili. Forse non pensavo facesse così tanti gol al primo anno, è stata una bella sorpresa. Non è facile per un giocatore che arriva da un’altra realtà, anche a livello tattico, adattarsi in fretta e invece lui è stato bravissimo e sta mettendo insieme numeri importanti. E la stagione deve ancora terminare…».
Un giudizio su Mourinho? Molti lo associano a Capello, che lei ha avuto come allenatore.
«Per prima cosa spero che il risultato sia lo stesso, visto che Capello in due anni ha vinto lo scudetto. Capisco lo possa ricordare, allenatori così carismatici e importanti hanno sempre qualcosa in comune. Però va dato loro tempo, anche noi con Capello non abbiamo vinto subito. Ma lui era una garanzia come lo è Mourinho adesso».
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