Lorenzo Pellegrini

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Bello il derby, bella l’euforia, bella la rivalità cittadina, bello tutto. Ma qui c’è l’Europa, un pezzo di Champions in palio – non tutto, per fortuna, c’è pur sempre un Qarabag come salvagente – e un processo di crescita che sarebbe un peccato fermare proprio ora. Eusebio Di Francesco ci ha tenuto a spiegarlo per bene alla squadra ieri, Monchi l’ha persino messo nero su bianco attraverso i canali social: «Bella esperienza ieri (sabato, ndr) all’Olimpico. Grande atmosfera e grande vittoria, ma ora il derby è storia: dobbiamo pensare a Madrid. Un’altra opportunità per continuare a migliorare come squadra. Crescere è fondamentale, andare avanti è essenziale: guardare indietro è uno spreco di tempo!!!». Tre punti esclamativi per un concetto che dev’essere entrato nella testa di molti a Trigoria, se è vero che pure Radja Nainggolan ha bonariamente rimproverato Perotti che esultava per la vittoria sulla Lazio: «Testa all’Atletico, Diego».

IN MEZZO – La stessa testa, le gambe diverse. Il turnover di mercoledì sera l’ha annunciato Di Francesco stesso nel post derby. Non si cambia, la linea è quella: tutti per la Roma, allora sì che la Roma diventa per tutti. Per dire: a Madrid tornerà ad essere la squadra di Lorenzo Pellegrini, che il derby l’ha vissuto dalla panchina. Ma è fisiologico pensare che lo stremato Nainggolan, dopo il recupero in extremis per giocare sabato, possa lasciare spazio al centrocampista romano. Se Strootman viaggia verso la conferma, in mezzo la regia sarà affidata a Gonalons, che da titolare aveva chiuso in campionato a Firenze giusto prima della sosta.

GLI ALTRI TRE – Siamo già a due cambi, Di Francesco ha abituato tutti a numeri superiori e così sarà pure a Madrid. Il giochino del cinque prosegue perché l’infiammazione al ginocchio costringerà al forfait Florenzi, in dubbio anche per la convocazione. E così riecco Bruno Peres, entrato nel finale del derby, appena in tempo anche per esultare dopo una chiusura su Lukaku. La quarta faccia nuova dovrebbe essere Juan Jesus, per dar riposo a uno tra Fazio e Manolas, il quinto nome va invece cercato in attacco. Lì dove Gerson, elogiato a più riprese da Di Francesco, chiede spazio per un’altra maglia da titolare. Più lui di Defrel, sulla fascia destra, con El Shaarawy e Perotti a giocarsi l’altra maglia vicino all’intoccabile Dzeko. Che diventerà toccabile pure lui, non appena Schick scenderà dalla cyclette. Per ora pedalare, concetto che vale la pena allargare anche alla Roma che va a Madrid.



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