(Il Messaggero – U. Trani) Il derby, con quel refrain che non passa mai di moda, continuerà probabilmente a fare storia a sé. Non stasera, però. In palio, pure se poi ci saranno altre 6 partite fino al traguardo e quindi altri 18 punti a disposizione, c’è la partecipazione alla prossima Champions, come alla penultima giornata di 3 anni fa (festeggiò Garcia). Si va oltre il primato cittadino, insomma. La Lazio e la Roma, fuori dalla lotta scudetto e dunque lontane dal vertice (meno 21 punti dalla Juve capolista e meno 17 dal Napoli secondo), adesso puntano a prendersi i 2 posti liberi dei 4 riservati ai club italiani. Sprint a 3: l’Inter è con loro al 3° posto, dopo il pari di Bergamo contro l’Atalanta. Il rischio che la Capitale sia costretta ad accontentarsi solo a metà va dunque messo in preventivo. La volata parte nella notte dell’Olimpico, davanti a 55 mila spettatori. Alla pari, perché i biancocelesti e i giallorossi, hanno raccolto fin qui gli stessi punti: 60. Di Francesco ha per il momento il vantaggio di aver superato Inzaghi all’andata: in caso di arrivo uno accanto all’altro, peseranno gli scontri diretti. E in corsa, da qui al 20 maggio, resterà anche il terzo incomodo Spalletti.
SETTIMANA IN ALTALENA – Lo scenario della sfida, dopo i verdetti in antitesi dei match delle coppe, diventa improvvisamente diverso. Il ribaltone contrapposto ha cambiato lo stato d’animo dei protagonisti. La rimonta straordinaria e imprevista della Roma contro il Barcellona ha anticipato di 48 ore quella deludente e inaspettata che la Lazio ha subito contro il Salisburgo: i giallorossi, azzerando il pronostico, in semifinale di Champions; i biancocelesti, regalando la qualificazione, sono fuori dall’Europa League. A Inzaghi, insomma, resta solo il campionato per dare un senso alla stagione, avendo avuto tra l’altro 2 giorni in meno del collega per recuperare le energie, fisiche e soprattutto mentali, spese in coppa. Il derby può essere la partita della svolta. Anche per Di Francesco che, pur non avendo solo questa priorità, vorrebbe blindare il 3° posto per dedicarsi subito alle 2 partite contro il Liverpool.
PERCORSO SIMILE – Basterebbe la posizione in classifica a rendere bene l’idea di quanto sia equilibrata la partita. Ma c’è anche altro: la Lazio e la Roma hanno raccolto più punti in trasferta che in casa: 33 i biancocelesti (in 16 gare esterne), 32 i giallorossi (in 15). L’Olimpico, dove stasera cercheranno di salire sul podio, li ha spesso intimiditi e frenati. La vera differenza è, invece, nella finalizzazione. L’attacco di Inzaghi è il migliore del torneo, con il 3-5-1-1 che esalta le ripartenze: 75 gol realizzati, con Immobile capocannoniere e già a quota 27. Di Francesco ne conta 25 in meno e sa che, nonostante il tris di martedì, è il difetto su cui deve lavorare: il nuovo 3-4-2-1 è servito per aiutare Dzeko e di conseguenza migliorare la fase offensiva. Il punto debole del collega, invece, è la difesa, a prescindere dal poker di giovedì: 40 reti subite (10° reparto in A).
INTERVENTO IN FOTOCOPIA – Anche in campionato, dopo il doppio test dell’anno scorso in Coppa Italia, si riaccendono i riflettori per il derby. L’ultimo, in notturna, nell’aprile del 2013: l’arbitro, come quella sera, sarà Mazzoleni. È probabile anche la conferma, per dieci-undicesimi, delle formazioni scelte rispettivamente contro il Salisburgo e il Barcellona. La coincidenza curiosa è che l’unico possibile cambio sarà nello stesso ruolo: Marusic per Basta e Peres per Florenzi. Inzaghi e Di Francesco avrebbero voluto sfidarsi con gli stessi interpreti, considerandoli i più in forma del momento. Intervengono solo perché i titolari, soprattutto l’esterno biancoceleste (affaticamento muscolare), non stanno bene. Quello giallorosso (leggera influenza) proverà stamattina. Lulic e Manolas, recuperati in extremis, non si vogliono, invece, tirare indietro. In attacco, il ballottaggio è abbastanza scontato per i 2 tecnici: Luis Alberto-Anderson e Schick-Under.
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