Gianluca Mancini

AS ROMA NEWS MILAN MANCINI – Bella da non credere, forte da impazzire, granitica come una cassaforte. La Roma vince, la Roma sogna. È solo il primo round ma questo blitz a San Siro, soprattutto per come è venuto, alimenta le speranze di qualificazione alla semifinale, scrive il Corriere dello Sport.

Il Milan ha perso non per sfortuna – le due traverse del secondo tempo potrebbero lasciarlo pensare – ma perché per almeno 75 minuti è stato inferiore in tutto. Strategicamente, agonisticamente e persino tecnicamente.

Leao è stato il peggiore in campo, meritando anche qualche fischio al momento della sostituzione, ma anche gli altri tenori hanno steccato. Dall’altra parte invece lo schema-derby, con angolo di Dybala e gol di testa di Mancini, può essere la premessa di un altro anno di sogni internazionali. Ma la Roma è stata brava nel suo collettivo, confermando qualità a tutto campo e una solidità insospettabile: Svilar non prende gol da 381 minuti.

È stata in sostanza la vittoria di De Rossi, che ha sorpreso Pioli con una intelligente intuizione: invece di insistere sul 4-3-3 ibrido, che avrebbe scoperto le fasce, ha proposto un 4-4-2 atipico quanto equilibrato piazzando El Shaarawy a destra su Theo Hernandez e Pellegrini a sinistra sulle tracce di Calabria. Con questa idea ha anche consentito a Dybala di giocare più vicino a Lukaku e ha liberato Spinazzola per gli affondi laterali.

Il dispositivo ha funzionato benissimo, sia per l’applicazione difensiva sia per la capacità di ripartire in velocità senza tremare davanti ai 75.000 di San Siro. Il gol è arrivato come nel derby da calcio d’angolo, sempre sull’asse Dybala-Mancini, sfruttando il buco di Theo sul pallone e la disattenzione di Loftus-Cheek in marcatura. Ma la Roma avrebbe potuto segnare altre volte su azione. Se non lo ha fatto è stato per la scarsa precisione nell’ultima scelta (passaggio o tiro).

Nel primo tempo anche il Milan, muovendo il pallone con l’andamento pigro di Leao e intermittente di Pulisic, ha creato qualche occasione. Intanto Svilar ha dovuto respingere due conclusioni pericolose di Reijnders. Ma soprattutto, in un vortice di schegge folli in area di rigore, è stato il fischiatissimo Lukaku a tirare fuori dalla porta un colpo di testa di Giroud che nessun portiere avrebbe mai potuto raggiungere.

Nel complesso tuttavia la Roma è arrivata con pieno merito in vantaggio all’intervallo. Perché sul piano del gioco è stata superiore in entrambe le fasi, costringendo l’avversario a intasare la trequarti senza alcun costrutto e mordendolo sui propri punti deboli. L’unica cattiva notizia per De Rossi? ll giallo a Cristante, che salterà il ritorno.

Ci saremmo aspettati a questo punto un segnale da Pioli, che aveva bisogno di un espediente buono a sovvertire il copione e difendere la striscia di sette vittorie di fila. Invece il secondo tempo ha confermato il canovaccio già visto. Nel palleggio e nella ferocia la Roma si è dimostrata migliore. E anzi ha più volte trasmesso la sensazione di poter raddoppiare. Smalling, al rientro, è stato una colonna come ai vecchi tempi. Lo stesso Celik in questo contesto ha dimostrato di essere un terzino affidabile: Leao non l’ha presa mai.

Il Milan ha reagito, risposto davvero, solo nel finale grazie a due nuovi arrivati: Adli, meglio di Bennacer, ha costretto Svilar a deviare sulla traversa un tiro-cross mentre Chukwueze ha offerto a Giroud il più comodo degli assist. Ma non era serata, anche il suo destro ha scheggiato il palo orizzontale.

E così la Roma, che De Rossi ha corretto con i cambi difensivi per proteggere il risultato, ha ammutolito lo stadio Meazza: negli ultimi minuti si sentivano solo i cinquemila del settore ospiti. Non è una festa definitiva, perché tra una settimana all’Olimpico la qualificazione andrà conquistata, ma è un ottimo inizio: nella sua storia la Roma ha passato il turno 19 volte su 19 quando ha vinto in trasferta la partita d’andata.



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