(Il Messaggero – E. Bernardini) La prima volta non si scorda mai. Figuriamoci poi se il debutto fa rima con derby. La sola idea mette già i brividi. Una doppia sfida che a Romadura 365 giorni. La stracittadina è impronosticabile, è tutto il contrario di tutto. Chi l’ ha detto che le gambe tremino solo a chi non l’ha mai giocato? Quanti tranelli tesi ai veterani. Il grande libro dei derby della Capitale è pieno di storie. Basta avere la pazienza di sfogliarlo, la voglia di entrarci di testa e di cuore, in uno scontro che va molto oltre il campo. Sabato alle 18 un’altra pagina, l’ennesima. Chi riuscirà ad incidere il suo nome passerà alla storia. Gli altri saranno solo alcuni dei tanti che avranno partecipato, ma di sicuro non lo dimenticheranno mai.
DALL’ALTRO LATO – A Trigoria c’è De Rossi, alla prima da capitano assoluto, che ha raccontato la storia dei derby a quelli che non lo hanno ancora mai giocato. Alisson, come detto, farà il suo esordio nella stracittadina di campionato. In panchina pronti a fare il loro ingresso ufficiale Defrel, Gonalons, Moreno, Under e Gerson. Quest’ultimo in due anni con la maglia della Roma non ha mai trovato spazio nella stracittadina. Tutti istruiti a dovere dai romani e romanisti dello spogliatoio. Tra questi Florenzi, che torna tra i titolari del derby dopo un anno e mezzo di assenza. Il baby Pellegrini ha provato l’effetto soft di quello Primavera e oggi potrebbe scoprire cosa significa il derby dei grandi (se Nainggolan dovesse dare forfait all’ultimo). Lo vedranno in tribuna Schick e Karsdrop. E poi ci sarà un debutto tutto particolare, quello di Kolarov con la maglia della Roma. Ne ha giocati quattro su sei totali nei tre anni in cui ha militato nelle file laziali. All’attivo anche un gol, quello del 4-2, l’11 aprile del 2009. Chissà se il serbo dall’espressione gelida si emozionerà o no. Di sicuro non gli verrà riservata un’ accoglienza morbida.
EMOZIONI – La Lazio parte con più debuttanti titolari rispetto alla Roma: 3-1. Che poi a dirla tutta Alisson due derby li ha giocati, i due di coppa Italia della passata stagione. Sa perfettamente l’effetto che fa, anche se in campionato ha un altro sapore. Più intenso. I biancocelesti schierano Leiva, Luis Alberto e Marusic. Il brasiliano ne ha giocati diversi a Liverpool e non vede l’ora di tuffarsi in quello romano. Ha già chiesto informazioni ai compagni. Lucas è il generale sopra la collina. Guarda, partecipa, ma con l’esperienza e i gradi per non cadere nel tranello del panico. Anzi, sarà la spalla su cui aggrapparsi durante le difficoltà. Luis Alberto, dei quattro della passata stagione, ne ha guardati tre dalla panchina e uno dalla tribuna. Ha assaporato la sensazione, ma senza mai azzannare il campo. È il più in forma della Lazio, la sua trasformazione ha stupito tutti, ora gli manca solo lo show nel derby, uno dei suoi tocchi per infiammarlo e legare così il suo nome a doppio filo a quello della Lazio. Basta farsi un giro in città, leggere sui muri o interrogare la gente per ricordare tutti i marcatori. E poi c’è Marusic. Un Carneade che può diventare eroe per una sera. Pardon, per sempre. Eterno Lulic, che con il suo gol il 26 maggio 2013 in finale di coppa Italia, ha un capitolo personale. Debutterà al derby con la fascia di capitano al braccio. Prima volta anche per Nani e LuizFelipe. Alla fine, comunque andrà, qualcosa rimarrà tra le pagine chiare e le pagine scure di uno dei derby più sentiti del mondo.
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