Luigi Di Biagio

AS ROMA NEWS DI BIAGIO – Luigi Di Biagio, ex giocatore della Roma e attualmente allenatore, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport parlando della vittoria dei giallorossi della Conference League.

«Purtroppo è stata una toccata e fuga e non c’è stato modo di godersi la festa – racconta Di Biagio – ma sono contento, soprattutto per i tifosi che ancora una volta hanno dimostrato una passione incredibile. È stata una serata molto emozionante».

E adesso come deve muoversi la Roma?
«Dipende dagli obiettivi che vorranno perseguire i Friedkin. Per puntare allo scudetto servono 4-5 rinforzi di alto livello».

Per migliorare la squadra titolare o per rendere più profonda la rosa?
«Per tutt’e due le esigenze. La Roma ha una buona base, ci tengo a dirlo, ma per essere competitiva in Italia e in Europa deve crescere. Ma nessuno meglio di Mourinho lo può sapere».

Quale è stato il principale merito dell’allenatore, in questa prima stagione?
«È stato bravo a creare una squadra, a cementare il gruppo, anche con scelte forti. Adesso la Roma lotta compatta, ha imparato a soffrire e resistere. È una squadra vera».

Dybala è l’uomo giusto per il salto di qualità?
«Non vorrei addentrarmi nella questione, perché non la conosco. Però se la domanda che mi viene posta è: prenderesti Dybala? Ovviamente direi di sì, chiunque lo vorrebbe. È un campione che può fare la fortuna di qualunque squadra».

Si aspettava, avendolo guidato nell’Under 21, che Lorenzo Pellegrini raggiungesse certi livelli di prestazioni?
«Decisamente sì. Per me Lorenzo è il miglior centrocampista italiano. Mi viene da ridere se penso che qualcuno lo ha criticato e forse ancora lo critica. E può fare ancora meglio, sotto l’aspetto della leadership: dovrebbe arrabbiarsi di più in campo».

In Nazionale però Pellegrini non ha ancora il posto fisso.
«Penso che abbia pagato l’infortunio che gli ha negato l’Europeo. Anche in questa stagione ha avuto dei problemi fisici. E poi non dimentichiamo che nell’Italia ci sono altri giocatori importanti come Jorginho, Verratti e Barella».

Zaniolo come si colloca nel gruppo azzurro?
«È un talento naturale, con potenzialità enormi. È un buon segno che abbia segnato il gol decisivo di una finale, è un episodio che lo aiuterà. Ma non deve fermarsi. Gli serve continuità».

Il suo futuro alla Roma però non è sicuro. Lei lo confermerebbe?
«In linea teorica sì, perché per alimentare le ambizioni i giocatori forti non vanno venduti. Ma non essendo informato sulle dinamiche interne non posso esprimermi sulle strategie della società».

Che opinione ha dei Friedkin?
«Mi piacciono molto. Sono persone serie, che non sono interessate alle chiacchiere ma ai fatti. Esistono tanti proprietari che a parole promettono e poi però non realizzano. Loro sembrano avere le idee chiare su quello che intendono costruire. E spero vivamente che ci riescano, perché i tifosi della Roma meritano una squadra che possa puntare ai massimi traguardi».

Di Biagio cosa farà da grande?
«In questo momento aspetto. Mi sto dedicando all’organizzazione di eventi, lavoro con Dazn, guardo tante partite, mi aggiorno. Se poi arriva la chiamata giusta, torno ad allenare».

La sua ultima esperienza è stata in Serie A, alla Spal nel duro periodo del lockdown. Da allora non ha ricevuto proposte?
«Ne ho ricevute tante. Ma non mi allettavano. Non è un problema di Serie A o Serie B, non sono così presuntuoso da attendere la telefonata del Milan, però vorrei un progetto che mi piace»

Italia o estero?
«Non ho preclusioni. Anche una Nazionale potrebbe essere stimolante. Se poi non succede niente, significa che il destino ha deciso che dovessi fare altro. E andrà bene lo stesso».



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