Eusebio Di Francesco

(Corriere della Sera – G. Piacentini) È finita con la curva Sud a cantare cori in favore di Alisson. Il portiere brasiliano è stato il vero protagonista della partita con una serie di interventi – 9, nessun altro portiere impegnato ieri sera in Champions League ha fatto meglio – salva risultato, l’ultimo su Saul a tempo praticamente scaduto. Una buona notizia per Eusebio Di Francesco, che ha avuto la conferma di poter contare su un numero uno di sicuro affidamento, un po’ meno per la Roma.

La palma del migliore in campo per il brasiliano, infatti, ha certificato la sofferenza dei giallorossi, soprattutto nel secondo tempo dopo che nel primo la gara è stata sostanzialmente equilibrata. «Alisson – il commento di Di Francesco al termine del match – è stato determinante. Ha fatto un’ottima partita e spero che ne faccia altre in futuro perché le grandi squadre hanno grandi portieri. Lui lo è e lo sta dimostrando, noi ce lo teniamo stretto».

Come contro l’Inter, la Roma ha retto bene per oltre un tempo e poi è calata leggermente nel finale. «Per sessanta minuti ho visto delle cose interessanti, poi siamo andati in sofferenza, siamo calati nel fisico e nel palleggio. Contro l’Inter non siamo stati fortunati, contro l’Atletico è andata meglio. Non abbiamo mai buttato via la palla, a volte abbiamo rischiato anche troppo. Abbiamo qualità e non dobbiamo sbagliare certe giocate».

Qualcuno ha storto la bocca per la grande sofferenza della Roma, ma la squadra è uscita dal campo tra gli applausi. «Abbiamo affrontato una squadra importante. Lo scorso anno si è usciti prima dalla competizione, stavolta abbiamo dimostrato di giocare alla pari nel primo tempo, nel secondo siamo calati anche fisicamente e sono stato costretto a cambiare qualcosa per ritrovare l’equilibrio e per contenerli. Non so perché caliamo sempre nel finale, me lo chiedo anch’io, dobbiamo lavorare di più. Abbiamo avuto la difficoltà di essere andati in tournée, non è un caso che i giocatori che stavano meglio sono quelli che erano in ritiro con me a Pinzolo. Non è detto però che non essere al top in questo momento sia un male».

Chi è sicuramente al top è Alisson, migliore in campo per distacco. «I miei compagni mi hanno aiutato – la parole del brasiliano – è importante aver mantenuto la porta inviolata perché significa che tutti hanno lavorato bene. L’intervento più difficile è stato sul colpo di testa di Saul. Rivincita su Spalletti? No, io gli voglio bene e lui vuole bene a me. Ho aspettato il mio momento e adesso tocca a me».

Chiude Dzeko: «Si sente la mancanza di Totti? Sì certo, così come si sente quella di Salah che giocava vicino a me. Anche Nainggolan giocava più vicino a me, ora sono tutti più distanti con questo sistema di gioco. A ogni modo dobbiamo avere pazienza per crescere tutti insieme».



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