Eusebio Di Francesco

(Il Tempo – E. Menghi) Una Roma fatta di «grandi uomini», ecco cosa resta tra le mani di Di Francesco e lui, consapevole della preziosa tacca di mentalità acquisita dalla sua squadra in questa stagione, non può che dire grazie, oltre che peccato. Perché un pizzico di rimpianto c’è, il tecnico si dichiara «incavolato, rimugino su quello che poteva essere» e sarebbe strano il contrario a nemmeno un’ora dal triplice fischio finale di un’avventura durata più dell’immaginabile. «Sono prima di tutto dispiaciuto, la squadra ci doveva credere di più, poi ai giocatori dico bravi. Reagire in questo modo e mettere alle corde il Liverpool non è cosa da poco, è stata una partita quasi perfetta». L’allenatore giallorosso non nega i meriti dell’avversario che «non ha rubato niente, ha dimostrato di essere forte, ma se l’avessimo ribaltata non ci sarebbe stato nulla da dire, ci siamo quasi eguagliati in campo e alla fine è passato chi ha vinto nel particolare». La Roma delle semifinali non è arrivata, non è il massimo che può fare in Champions League ed è da questa convinzione che si riparte: «Non perdiamo quello che abbiamo fatto di buono, ora abbiamo una dimensione diversa. Attraverso la mentalità si può diventare grandi, il processo di crescita passa attraverso gli errori, a partire dai miei. Manca ancora tanto e possiamo solo migliorare. Non faccio io il mercato, gli obiettivi li decide la società, ma una volta che questa squadra è arrivata a un passo dalla finale non può certo accontentarsi di fare un buon girone se il prossimo anno giocherà di nuovo questa competizione». Alzatal’asticella non si può tornare indietro. A colpire Di Francesco è stata la reazione: «Se vai sotto 2-1 e hai la forza di crederci vuol dire che hai dei grandi uomini. Ce ne fossero di gare come queste. Ci siamo fatti due gol da soli, ma dal punto di vista dell’atteggiamento non posso rimproverare i miei ragazzi. Mi piange il cuore a non poter dare alla gente qualcosa indietro, ero convinto di poter riprendere la gara fino alla fine». Il tecnico venuto da Sassuolo ha esordito tra le grandi da grande, ma non si sente diverso: «Sono sempre me stesso, ho cercato di portare avanti le mie idee che non c’entrano niente con i numeri, trasmetto il mio modo di pensare che vi assicuro non è solo dentro il campo e questa squadra l’ha dimostrato, anche a livello personale, di uomini, di compattezza, nel soffrire insieme: attraverso questa mentalità si può diventare veramente grandi». Meglio non «perdere tempo» per parlare degli errori arbitrali di cui ha ampiamente discusso la dirigenza, non Francesco Totti, più concentrato sul campo nel tweet post-partita: «Terminiamo questa Champions con una vittoria voluta, desiderata e cercata fino alla fine. Un risultato da cui ripartire. Forza Roma sempre!».



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