(Il Messaggero – S. Carina) Quando lo ascolti parlare, già sai che non ti deluderà. Condivisibile o meno nei concetti, Di Francesco dice sempre quello che pensa. Per buona pace di chi lo vorrebbe più diplomatico e meno diretto. Così, anche ieri, intervenendo a Radio Anch’io lo Sport, il tecnico abruzzese non si è tirato indietro: «Il distacco dalle prime? Non fa una piega. Potevamo avere qualche punto in più, cosa non successa per qualche sciocchezza come la partita di Genova. Abbiamo potenzialità importanti, ma ho sempre detto che siamo un po’ dietro a Napoli e Juventus per organico e mercato. Abbiamo messo in rosa molti giovani, come Under, che ha avuto bisogno di tempo per adattarsi. Sono contento di allenare questa Roma ma anche io mi aspettavo qualche punto in più». Inutile girarci intorno: il passaggio ‘Siamo un po’ dietro a Napoli e Juventus per organico e mercato’ è il clou dell’intervento radiofonico.
Eusebio prova a spiegarsi meglio: «Per costruire una squadra ci vuole una progettazione a lungo termine, dando stabilità alla società. Ne è la dimostrazione il Napoli in questo momento ma anche la stessa Juventus che cambia poco. Mi auguro che si possa dare continuità a tanti giocatori e creare un assetto dove ogni tanto inserirne altri. Questa sarebbe la situazione ottimale. Per costruire ci vuole una progettazione ed è quello che si sta cercando di fare a Roma, cercando di mettere a posto i conti. Alisson, Dzeko e Nainggolan? Io li alleno, non faccio mercato». Senza polemiche, il tecnico abruzzese spiega in poche parole perché la Roma in questi anni è stata competitiva ma ha fatto fatica ad avvicinarsi alla vittoria. Se cambiare è un’esigenza – vista la linea intrapresa dalla società nel voler tenere alti i costi gestionali per mantenere la competitività sportiva ed entrare così in Champions – recuperare quello che manca tra costi e ricavi con le plusvalenze dovute al trading dei calciatori è comprensibile. Tuttavia diventa poi un freno nell’allestire una squadra che possa tenere sempre i migliori – aggiungendo ogni sessione di mercato un paio di tasselli – per competere realmente per lo scudetto.
SCHICK NEL 4-2-3-1 In un secondo momento il discorso vira su aspetti tecnici: «Segniamo poco? Siamo la squadra che tira di più nel campionato, ci manca la concretezza. Siamo stati poco determinati sottoporta». Con il ritorno di Schick, non sarà messo in cantina il 4-2-3-1, anzi: «Può giocare benissimo trequartista, anche se con caratteristiche diverse rispetto a Nainggolan. Adesso però la prima cosa che deve ritrovare è la condizione». Passerella finale sul ruolo di Totti: «È una grande risorsa, nella squadra e nello spogliatoio. Tante volte mi dà i sentori e gli umori dello spogliatoio essendoci stato per tanti anni».
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA