Eusebio Di Francesco

(Il Messaggero – A. Angeloni) Eusebio Di Francesco è incavolato nero, per i punti buttati a mare, per un episodio (De Rossi) e per la direzione di Giacomelli, non all’altezza, specie per la gestione dei cartellini. La Roma non brilla, va detto, ma a conti fatti stava portando via tre punti colminimo sforzo, senza patemi. Occasione persa: le altre vincono e oggi pareggiare è un po’ come morire. Non a caso DiFra, appunto, è nero. Cominciamo dall’arbitro Giacomelli. «Il Genoa ha finito con un solo ammonito, è assurdo. E l’ho detto anche a lui. Le squadre che cercano di giocare a calcio, vanno tutelate», l’allarme del tecnico della Roma. DiFra non si ferma certo all’arbitro. Inevitabile la bacchettata a De Rossi che, da capitano, deve evitare certe follie. «Ha sbagliato, lo sa lui stesso. E’ stato istigato. Perché è ripetitivo in questi gesti? Bisognerebbe chiederlo a lui, io posso solo limitarmi a dargli una sculacciata. Daniele non è un ragazzino e lo sa, ma fa parte comunque di una squadra e ne usciamo tutti sconfitti. Dobbiamo lavorare insieme per evitare ci siano conseguenze. Quando andiamo dietro agli avversari negli atteggiamenti succede questo, che non devono succedere». Come a dire, evitiamo reazioni inutili. Ma non era solo Daniele a essere nervoso. «Lo eravamo un po’ tutti, non riuscivamo a sbloccare la partita. Ma poi la squadra ha interpretato alla grande la gara, non ha concesso nulla agli avversari, che si sono difesi, stando sempre molto bassi. Abbiamo preso un punto, subendo zero tiri in porta, questa è la verità. Due punti persi per un episodio. Volevo vincere, peccato non esserci riusciti». Ma in cosa ha sbagliato la Roma? «Abbiamo fatto ciò che bisognava fare, forse non siamo stati lucidi negli ultimi metri». Lucidità che infatti è mancata a De Rossi. Non a Ballardini che ha definito la Roma una delle migliori squadre d’Europa.

L’INGENUITÀ MI FA MALE LO SO – La sconfitta di Madrid è figlia della mancanza di cattiveria o della presunzione, questo pari da cosa è dipeso, al di là delle questioni tecnico tattiche? «A Madrid non avevo parlato di presunzione, volevo solo dire che la squadra doveva essere consapevole e non presuntuosa, rispettando gli avversari. L’aggettivo adatto per la Roma di Marassi è “ingenua”, per come abbiamo pareggiato dopo esserci portati in vantaggio. Ce la siamo pareggiata da soli, insomma. Questa ingenuità ci fa tornare più piccoli. La partita era stata giocata in maniera giusta, ero contento della gara prima della sciocchezza di Daniele, la squadra ha mostrato comunque mentalità e per quello che stiamo costruendo, dobbiamo migliorare a chiudere determinate situazioni, sono due punti persima il campionato è lungo, dobbiamo cercare di evitare episodi simili in ogni modo. Vince chi sbaglia meno, non chi non sbaglia».

RASSEGNA DEI SINGOLI – DiFra ammette che Perotti sia un po’ stanco, ma poi difende Dzeko e tutti gli altri che dall’inizio stagione stanno tirando il carro. «Edin tornerà a segnare, vedrete. Io non mi soffermo sui singoli, mi interessa vedere la prestazione della squadra. El Sharaawy? Stephan è cresciuto tanto, stavolta c’era Perotti un po’ meno brillante. Elsha ha trovato gran soluzione in taglio per il gol». Capitolo finale su Schick. «Non posso giudicare la prestazione di un calciatore che gioca cinque minuti. Posso giudicarlo per gli allenamenti, ma con noi ne ha fatti solo due. Le sue caratteristiche sono importanti, la sua condizione ora non lo è». Aspettiamo.



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