Eusebio Di Francesco

(Il Tempo – E. Menghi) La Roma in codice rosso cerca la cura in casa della capolista, il Napoli è in salute e l’allerta è piuttosto per il meteo da bollino giallo, con forti temporali previsti dalla mattina alle 9 fino alle 21, la partita non è a rischio ma lo spettacolo sì su un campo che si preannuncia pesante. L’importante per Di Francesco è che non piova sul bagnato, la squadra ha bisogno di punti Champions per tirarsi fuori dalla crisi e centrare l’obiettivo minimo. Lontano dall’Olimpico ha un rendimento da grande, nelle ultime 19 gare di campionato ha perso solo nel maledetto Stadium juventino e nell’ultima al San Paolo ha esultato 3 volte grazie alla doppietta di Dzeko e al sinistro dell’ex Salah. Era tutta un’altra storia, i giallorossi tenevano testa alla Juventus e sognavano lo scudetto su cui adesso vuole, e può,mettere le mani il Napoli. La Roma di oggi può al massimo fare lo sgambetto ai partenopei, non tanto per aiutare Allegri a conquistare l’ennesimo titolo (ipotesi preferita allo smacco campano) quanto per fare un regalo a se stessa. Il tecnico – confermatissimo dalla società – ha rotto gli indugi nel confronto con la squadra ad inizio settimana e si aspetta una reazione: «Si fa spesso l’errore di confondere la disponibilità e l’educazione con la poca personalità, per me la condivisione è fondamentale. Abbiamo sempre creduto in un determinato tipo di gioco e ci credo io per primo. Quando parlo con i ragazzi, ascolto, poi decido io. Non do segni di debolezza. Mi dà fastidio che questa cosa venga confusa, deciderò sempre io il sistema di gioco. I giocatori faranno sempre quello che dico io. Quando vedrò che non c’è risposta sarò il primo a salutare». Accenna un «ciao» con la mano affidando al campo il verdetto: «Non bisogna aver paura, abbiamo le potenzialità per fare bene nonostante la classifica non dica questo. Siamo un po’ troppo distanti dalla gara d’andata, ma non è cambiata la mentalità. Dobbiamo restare in partita con maggiore continuità, è quello che ci è mancato nelle ultime gare. Al San Paolo non ce lo possiamo permettere». Il distacco di 19 punti è un abisso inaspettato per i giallorossi, tagliati fuori dal duello scudettoma dentro l’accanita corsa all’Europa che conta: «Abbiamo bisogno di fare risultati, dobbiamo riprenderci il posto in Champions. Aver raccolto pochi punti con chi ci precede ci sta togliendo qualcosa. Bisogna avere grande convinzione e determinazione, ci dobbiamo provare. Dobbiamo migliorare sotto l’aspetto mentale, non perdere il filo conduttore alla prima difficoltà». La Roma va in bambola quando accusa il colpo, quasi mai gli riesce la rimonta, ma contro un attacco da 60 gol servirà uno sforzo in più. Di Francesco vuole vedere una squadra corta, a prescindere dal discusso sistema di gioco: «Se i reparti si allargano soffri sempre, se resti compatto va bene qualsiasi modulo. Il concetto di fondo è quello di squadra, non individuale. Sarri, che è uno dei migliori allenatori in circolazione, è passato dal 4-4-2 al 4-3-1-2 al 4-3-3. La sua mentalità l’ha portato ad avere una squadra che è nata per giocare il 4-3-3». Ha sua stessa ambizione. Un inaspettato sogno nel cassetto si chiama invece Balotelli: «Lo allenerei sicuramente, lo volevo al Sassuolo: è un giocatore stimolante».



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