Eusebio Di Francesco

(Il Tempo – E. Menghi) Totti sponsor e Di Francesco capitano. A Trigoria cambiano i ruoli e gli atteggiamenti: l’allenatore nel giorno del suo 48° compleanno fa la voce grossa in conferenza, il futuro allenatore lo «benedice» e prende appunti. «Qui – attacca l’abruzzese – decido io, sono il tecnico della Roma e so quello che devo fare, sia nel gioco sia sul mercato. Quando verranno altri stabiliranno loro». Il dito è puntato contro il ct Ventura, reo di aver detto di Defrel che «se fa l’esterno allora vale tutto»: «Può aver fatto una battuta, non ho avuto modo di parlare con Giampiero, con cui ho un ottimo rapporto, ma le scelte le faccio io e mi infastidisce questa intromissione. Gregoire nasce esterno, io l’ho fatto diventare centravanti e allora dicevano che non poteva farlo, poi in 2 anni ha fatto 25-26 gol. Il lavoro succederà anche con Schick, che nella mia filosofia di gioco può fare bene, ha fatto le cose migliori partendo dal centro-destra ed è un indizio importante per capire dove può esprimersi al meglio». Alla faccia di chi, come Giampaolo, sostiene il contrario.

Per un ct e un avversario contro, c’è un «vice» a favore: «Totti vuole giocare col 4-3-3. Con lui ci confrontiamo spesso, io continuo con questo modulo perché me l’ha detto lui. Si è già presentato dentro lo spogliatoio a muovere le pedine sulla lavagna, gli ho detto: “Ma che vuoi fare l’allenatore al posto mio?”. È giusto che faccia questo percorso, poi da grande capirà cosa vuole fare veramente». Attualmente per la Roma «il bicchiere è mezzo vuoto, ma sono ottimista: questa squadra può solo crescere». Serve tempo per integrare i nuovi e collaudare il sistema, ma guai a pensare che non abbia tutto sotto controllo solo perché Monchi voleva regalargli un esterno e poi ha virato su una punta: «Abbiamo cercato fortemente Mahrez, ma il Leicester ha deciso di non cederlo. Abbiamo scelto insieme Schick, un giocatore con caratteristi che diverse, ma un top player. Con lui attuerò qualche modifica tecnico-tattica, non spostando troppo il mio sistema di gioco. Sono soddisfatto del mercato». Basterà spostare un po’ la pedina sulla lavagnetta e la Roma con Schick e DiFrancesco potrà diventare grande.



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