Eusebio Di Francesco

(Il Messaggero – U. Trani) Il caso Nainggolan complica ulteriormente l’inizio del 2018 di Di Francesco. Le immagini e le esternazioni del centrocampista, all’alba del nuovo anno, entrano nel dibattito che si è aperto a Trigoria dopo la frenata della Roma a fine 2017: solo 1 successo nelle ultime 5 partite, contro il Cagliari e di misura, più 2 pareggi deludenti contro il Chievo e il Sassuolo e i 2 ko significativi contro il Torino per l’eliminazione dalla Coppa Italia già agli ottavi e contro la Juve nello scontro diretto da vertice in campionato. Ma più che ai fatti privati, accantonati per il momento dopo le scuse del protagonista, Eusebio si dovrà dedicare in questi giorni agli equivoci tattici che hanno penalizzato il rendimento dei giallorossi.

DIAGNOSI CHIARA – La Roma soffre di mal di gol: 8 reti in 9 partite (2 in 4 gare di serie A). L’attacco è il 7° del torneo e quindi non da vertice. L’andamento lento è coinciso con il rientro di Schick. Ma non è certo lui il responsabile. Perché in discussione c’è il suo ruolo e non il suo valore. Perché a destra, nonostante l’interessato abbia dato la completa disponibilità, proprio non funziona. Magari Schick ha bisogno di tempo, ma Di Francesco, pesate le prestazioni e i risultati della squadra in questo periodo, non può aspettarlo, facendogli fare il rodaggio in partita. L’exit strategy, però, esiste e prevede due opzioni. L’allenatore, davanti al bivio, dovrà scegliere quale privilegiare. Nel caso di conferma del 4-3-3, uno tra Dzeko e Schick è di troppo. Da decidere, di partita in partita, il centravanti titolare e quello di scorta. L’alternativa per Eusebio è proprio il cambio del sistema di gioco. Per ammissione del tecnico, non il 4-2-3-1. Meglio il 4-2-4, usato spesso nel finale degli ultimi match. Restano il 4-3-2-1, con gli esterni offensivi più dentro il campo, e il 4-3-1-2, con il trequartista. Solo il 4-2-4, però, non andrebbe a intaccare il copione che, dall’inizio della stagione, si è basato sul lavoro fatto, anche dai terzini e dagli intermedi, sulle fasce.

PEDINA MANCANTE – È scontato, in coincidenza con l’apertura della sessione invernale del mercato che si torni a parlare di quanto è successo in quella estiva. Manca, nella rosa, l’esterno mancino che gioca a destra: Di Francesco chiese Mahrez e Berardi, rimasti rispettivamente al Leicester e al Sassuolo. Senza per forza rimpiangere Salah (già 23 reti: 17 in Premier e 6 in Champions), è lì che l’allenatore avrebbe subito bisogno di un rinforzo. Alto a destra avrebbe messo Florenzi che ha dovuto definitivamente abbassare dopo il grave infortunio di Karsdorp e dopo qualche performance insufficiente di Peres. I nuovi acquisti, da utilizzare da esterni offensivi, non hanno ancora segnato in campionato: a digiuno Schick, Under e Defrel. Dà garanzie solo El Shaarawy che, per la verità, preferisce giocare a sinistra: 6 gol, migliore marcatore stagionale dopo Dzeko. El Shaarawy dovrebbe tornare titolare sabato contro l’Atalanta. Come Gonalons (altro rinforzo fin qui deludente), se De Rossi non recupera (ieri non si è allenato). Da valutare pure Manolas.



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