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Di Francesco e la Roma faticano a capirsi. Ma ora il tempo stringe

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“Le partite non si preparano ore prima, ma giorni prima. Lo devo far capire ai ragazzi, il problema è nella testa, negli atteggiamenti. Come ci si allena, poi si gioca. Farò delle valutazioni nelle sedi opportune“. Parola di Eusebio Di Francesco. Se il problema è questo allora è meglio correre ai ripari subito.

La Roma sta provando a cambiare radicalmente gioco e ci vuole tempo prima che la squadra assimili le idee di Di Francesco. Con Spalletti si puntava più sulle ripartenze e sulla velocità di Salah, ora si cerca un calcio diverso, più ragionato. E, per alcuni versi, più complicato da digerire. È un cambio radicale, ad iniziare proprio dalla mentalità. Ecco, Di Francesco ora vuole lavorare anche su quella, cercando di cambiare alcune abitudini radicate. I calciatori devono credere di più nel calcio che gli viene proposto. Sul banco degli imputati c’è la difesa. I numeri preoccupano. Dalla tournée americana la Roma ha preso 10 gol in 5 partite, alla media di 2 a gara. Serve un centrale dominante (da affiancare a Manolas), perché gli altri tre (Moreno, Fazio e Juan Jesus) oggi non danno garanzie.

E poi c’è il problema della produzione offensiva, della concretezza sotto porta. Gonalons e De Rossi faticano a verticalizzare. Ma anche davanti, Dzeko a parte, non è che fili proprio tutto liscio. Perotti è meraviglioso negli uno contro uno, ma sotto porta lascia a desiderare. E Defrel non sembra poter coprire il buco lasciato da Salah in termini di gol (19 stagionali). Ecco perché serve un esterno che faccia male.

(Gazzetta dello Sport)



FOTO: Credits by Shutterstock.com

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