(Il Tempo – E. Menghi) Se non ora, quando? Di Francesco a San Siro cambia la Roma, un po’ costretto dagli infortuni e da difetti di condizione, un po’ per dare la svolta che serve ad una squadra troppo spesso abituata a vivere lo stesso film, fatto di alti e bassi, di esaltazione e depressione. «Se pensiamo “tanto Roma è così”, non cambieremo mai», lo dice e lo fa Eusebio, in cerca della scossa che riporti la convinzione sparita da dicembre in poi. L’Inter non vince da 5 partite, ma mentre Spalletti «acquista» giocatori nella sua rosa e convoca per la prima volta Lisandro Lopez, Di Francesco deve lasciare a casa Perotti e Gonalons acciaccati e portarsi a Milano De Rossi non al 100% , Schick che «non ha la testa libera e deve ritrovare la forma migliore», oltre a un paio di giocatori «venduti» ma titolari stasera. Vedi Nainggolan, che la scorsa settimana stava per trasferirsi in Cina, salvo poi fare marcia indietro per colpa di una tassa, e contro i nerazzurri può essere lui la soluzione all’emergenza in attacco: Eusebio sta seriamente pensando di schierarlo esterno alto. Poi c’è Dzeko, pronto a giocare dall’inizio in un tridente in continua trasformazione di cui era l’unico punto fermo. Era, perché il mercato racconta un’altra storia e questa partita potrebbe anche essere l’ultima in giallorosso per lui. «Io pretendo – avvisa il tecnico – che le voci di mercato non interferiscano, la nostra professionalità è la cosa più importante, l’amor proprio del lavoro, per non dire il senso di appartenenza. Voglio che i giocatori portino prestazioni e atteggiamenti giusti per tranquillizzare i tifosi. Dzeko è motivatissimo e spero sia determinante».
L’Inter è la vittima preferita di Nainggolan in A (5 gol) e giocando più vicino alla porta potrebbe migliorare lo score. Florenzi si è allenato da jolly ma dovrebbe partire terzino, pronto ad avanzare a centrocampo o in attacco, dove ce ne sarà più bisogno. De Rossi è stato convocato ma non sta benissimo e ieri non ha fatto la partitella, perciò la regia dovrebbe essere affidata a Strootman con Pellegrini e Gerson ai lati. Sarà una Roma diversa, ma con lo stesso obiettivo di sempre, vincere: «Non abbiamo mollato niente, non scendiamo in campo per arrivare ottavi, ma siamo distanti dallo scudetto. Il nostro è un problema psicologico. Qui si vive di eccessi, ma cambiare si può con un gruppo che si muova in una direzione differente». Il tempo stringer però e Inter-Roma è già un crocevia della stagione: «Facciamo vedere chi siamo».
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