Eusebio Di Francesco

(Il Tempo – E. Menghi) «Le chiacchiere se le porta via il vento». E i gol di Dzeko. Le parole di Di Francesco sanciscono la pace col bomber «solitario», che si è fatto perdonare le lamentele del post –Champions con un poker di reti in due partite. Verona e Benevento le sue ultime vittime, avversarie morbide che gli hanno permesso di confermare il feeling con la porta che aveva nella passata stagione, quando Spallettigli aveva messo vicino Nainggolan: «Non è importante con chi si gioca, bisogna sempre vincere. Si dice che la Roma perde sempre i punti con le piccole, non esistono partite facili e noi abbiamo vinto una gara fondamentale. Dobbiamo crescere tutti insieme, lo stiamo facendo bene. Mi piace questo gioco, è inizio stagione e penso che la forma viene giocando. Ora pensiamo a vincere la prossima, tra qualche ora c’è l’Udinese e dobbiamo prepararla bene». Le polemiche sulla posizione in campo sono state spazzate via dalle prestazioni del bosniaco, il tecnico abruzzese ci torna su scherzando: «Edin si è avvicinato di più alla porta…Ha fatto una grande gara, i ragazzi stanno applicando al meglio quello che propongo. Aveva segnato anche con l’Inter, poi la partita con l’Atletico Madrid è stata diversa, più difficile, e bisognava sacrificarsi di più. Era frustrato per aver toccato pochi palloni».

Ieri due legni e un autogol hanno impedito all’attaccante di migliorare lo score personale, ma il ritmo è addirittura raddoppiato rispetto a un anno fa: nelle prime 4 di campionato aveva fatto 2 gol (ma con 3 assist). Di Francesco non può che applaudire il suo bomber, ma anche in una serata perfetta ha avuto qualche appunto da fare ai giallorossi: «A volte dobbiamo essere meno superficiali, più determinati e precisi, sen za farci illudere dal risultato. Ho visto trame interessanti, ma abbiamo sbagliato qualche pallone di troppo. Dobbiamo giocare più in ampiezza coi terzini e poi venire a giocare dentro. Sono errori su cui dobbiamo lavorare». Bocciatura per Under: «Cancelliamo questi 45′, non gli riuscivano nemmeno le cose semplici e l’ho tolto». Il tecnico si sente di condividere col predecessore il record di vittorie in trasferta (9 consecutive la Roma non le aveva mai fatte nella sua storia): «Non è solo mio, ma anche di Spalletti. I traguardi sono lunghi. Se creiamo così tanto qualcosa nella testa dei giocatori è entrato». Assimilare un sistema di gioco nuovo è sempre difficile e le critiche di inizio stagione non hanno tardato ad arrivare: «Questa squadra fin dal principio doveva lottare per lo scudetto, poi per le due partite successive doveva competere per il 4°-5° posto. Ma le chiacchiere se le porta via il vento». Che ora soffia nel verso giusto.



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