(Corriere della Sera – G. Piacentini) «Il derby lo tolgo dalla classifica. È una partita che incide, ma è diversa dalle altre». Per Eusebio Di Francesco, che il derby lo ha già giocato da calciatore (segnando anche un gol nel 3-3 del 29 novembre 1998), quello di oggi pomeriggio sarà il primo sulla panchina della Roma. Un’emozione unica: «Io mi sento romanista e cerco di trasmettere entusiasmo. Sarà la partita più difficile per me, ma sono contento di potermela giocare. Kolarov mi ha detto che, visto il suo passato, dovrebbe essere lui a sentire la pressione, non io».
Nonostante l’importanza della gara, il tecnico non firmerebbe per un punto: «Non chiederò mai ai miei giocatori di giocare per il pareggio, si accontenterebbero, affronterebbero la partita in maniera meno aggressiva. Stiamo lavorando e crescendo insieme, stiamo facendo un certo tipo di percorso e non lo cambierò». Chi vincerà potrà lanciarsi nella corsa scudetto: «Sarà bello perché le due squadre stanno vivendo un ottimo momento. Siamo in alto con merito. Tutti dicono che noi siamo più forti tecnicamente, ma la Lazio, negli ultimi anni, non ha sbagliato niente. Inzaghi è bravissimo a gestire il gruppo, l’ambiente e la testa dei suoi calciatori. Tatticamente non siamo simili, ma abbiamo molti punti in comune a livello motivazionale. Ce la giocheremo alla pari».
Promesse non ne fa: «Posso dire che faremo di tutto per vincere e daremo tutto per i nostri tifosi, che ci stanno sostenendo alla grande. Abbiamo riportato tanta gente allo stadio: è un segnale, non dobbiamo deluderli. Alcuni giorni fa mi ha colpito l’affetto che c’è stato per il decimo anniversario della morte di Gabriele Sandri da parte di tutte le tifoserie. Questo è lo sport, mi auguro che il derby sia una festa di civiltà. E che vinca la Roma».
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