Eusebio Di Francesco

(Gazzetta dello Sport – A. Schianchi/A. Pugliese) Per fortuna che ci sono dubbi ed infortuni. È un’iperbole, ovviamente, ma di certo c’è che in questo momento Di Francesco è alle prese con tanti di quei pensieri (legati proprio a modulo e formazione) che non ha proprio il tempo di pensare al Liverpool. «Anche perché prima ci sono tre partite importantissime, ad iniziare proprio dal derby – dice l’allenatore della Roma – Ben venga una sfida come quella con la Lazio, di solito queste partite si preparano da sole dal punto di vista delle motivazioni. E poi questo derby vale doppio, per la città e per la Champions del prossimo anno. Ma dovremo giocare con la stessa cattiveria e la stessa determinazione messa contro il Barcellona. E comunque ai miei del Liverpool non ho ancora parlato, anche se è una gara che la gente attenda da 34 anni». Prima c’è il derby, appunto.

IL MODULO Detto di Defrel e Perotti out, Di Francesco i problemi con i singoli ce li ha con Manolas e Florenzi, entrambi nei giorni scorsi alle prese con la febbre. Manolas, soprattutto, è vitale per la difesa a tre, schieramento che ha permesso al tecnico giallorosso di schiantare i catalani. «Questo sistema ci ha permesso di vivere una serata storica e di fare qualcosa di straordinario, ma fino a quel punto ci eravamo arrivati con il 4-3-3. Il modulo è dinamico, quel che conta è che ora i ragazzi sanno che possono giocare in un altro modo. E comunque la differenza la fanno l’atteggiamento e i principi di gioco».

OCCHIO Ed allora bisognerà prima di tutto arginare la rabbia della Lazio, dopo la clamorosa eliminazione di Salisburgo. «Attenzione, perché loro potrebbero avere la stessa reazione che abbiamo avuto noi con il Barcellona dopo il k.o. con la Fiorentina – chiude Di Francesco – La Lazio ha grande fisicità e nel calcio è un aspetto determinante. Hanno un giocatore come Immobile bravissimo ad attaccare la profondità e gente come Milinkovic e Luis Alberto forte negli assist e nelle imbucate. La Lazio è la più brava a mandare in porta i propri giocatori». Un pensiero in più, altro che Liverpool per ora.



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