(Il Tempo – E. Menghi) Brava a complicarsi la vita, ma ancora più brava ad andare oltre le difficoltà e portare a casa un risultato che mancava da quasi due anni in Champions League. I tre punti erano l’unico obiettivo della Roma, incapace di far valere a pieno la superiorità tecnica contro il Qarabag, ma comunque in grado di sfatare un tabù che in trasferta durava addirittura da sette anni. «Quando si vince – commenta Di Francesco – non ci può essere rammarico. Potevamo gestire e palleggiare meglio, ma se questa squadra è arrivata fino ai gironi significa che ha dei valori. Ci siamo complicati la vita da soli. Sicuramente si poteva vincere in maniera differente, abbiamo giocato a tratti, ma siamo contenti e basta. Ci sono tante considerazioni, positive e negative. Ricordiamoci che la Roma non vinceva da tanto tempo in Champions ed un motivo c’è sempre». La mentalità, in primis: «Va costruita all’interno, con un percorso di crescita. Lo scorso anno è arrivata l’eliminazione ai preliminari, ora invece siamo ai gironi e abbiamo fatto 4 punti in due partite. Il nostro errore è stato quello di non chiudere la partita, ma l’importante era sbloccarsi a livello mentale». Sposa le teorie dell’allenatore Nainggolan, lucido nell’analisi di fine gara: «L’importante era vincere, sappiamo che non abbiamo fatto una buona partita, ma ci portiamo via i tre punti. Possiamo essere soddisfatti solo del risultato. Abbiamo iniziato molto bene, l’approccio è stato corretto, siamo andati subito in vantaggio, c’è stato il raddoppio e qualche occasione per il 3-0, poi abbiamo finito». La luce si è spenta troppo presto e Radja non cerca alibi: «Il campo è una scusa, sono tutte scuse. Bisogna guardarci in faccia e fare meglio. Magari dipendeva un po’ dalla sfida in sé, si pensava di venire qui e vincere facile: ci sono tante cose che abbiamo sottovalutato». Alla fine, sottolinea Di Francesco, «i tre punti sono meritati per quello che abbiamo creato rispetto al Qarabag, però tutti devono avere maggiore presenza a livello mentale durante le partite. Dobbiamo capire che se molli un pochino a determinati livelli tutte le squadre ti possono mettere in difficoltà ed è lì che dobbiamo crescere». La consapevolezza dei limiti c’è e ora il tecnico non si aspetta critiche: «Più complimenti che processi, mi raccomando: abbiamo bisogno di sostegno». C’è preoccupazione per l’infortunio di Defrel, che fa scattare l’emergenza in attacco contro il Milan. E lo stesso Di Francesco nella concitazione del match si è fatto male al ginocchio uscendo poi con la borsa del ghiaccio sul punto dolente: «Peccato che Defrel si sia fermato visto che anche Perotti è ai box. C’è il rischio con questi carichi di infortunarsi, non è stato un viaggio agevole e speriamo di recuperare le energie per domenica. Dovrò usare molti giocatori impegnati a Baku». Ultima fatica a San Siro, poi la pausa per ricaricare.
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