Eusebio Di Francesco

(Il Tempo – E. Menghi) Il premio Champions nero su bianco. Di Francesco si aspetta il rinnovo di contratto a qualificazione ottenuta, sente di meritare la fiducia come ricompensa dalla società per l’importante cammino in Europa fatto al primo anno in una «big», superando se stesso e le aspettative di inizio stagione. Si rimprovera, certo, di aver perso qualche punto di troppo in campionato e non fa altro che ripetere quanto si possa, e si debba,migliorare a partire dalla prossima annata. La Roma vuole evitare di presentarsi ai ranghi di partenza con un allenatore in scadenza e ha tutta l’intenzione di accontentarlo, aggiungendo un anno (al massimo due) con un ritocco all’ingaggio. Il precedente di Garcia ha lasciato un’impronta negativa, non si fanno più contratti lunghi, ma questo non significa che il club non creda fortemente in Di Francesco, anzi. Più si sono conosciuti e più si sono piaciuti la Roma e il suo allenatore, decisamente più determinato di quello che dà a vedere, sicuramente più diplomatico rispetto al predecessore Spalletti, ma non per questo aziendalista. Vuole avere voce in capitolo su tutto, è quasi maniacale e non si accontenta mai, ha fatto prima di tutto un lavoro sulla testa dei suoi giocatori e vuole portarlo avanti. «Io sono sereno e ho il desiderio di continuare in questo percorso», è stata una delle ammissioni fatte dal tecnico che in più di un’occasione ha autonomamente tirato fuori il discorso rinnovo, manifestando l’esigenza di un confronto con i piani alti. Un messaggio inviato alla società, ricordando sempre che «prima bisogna centrare l’obiettivo Champions League, poi, al momento opportuno, ne parleremo». E quel momento sta per arrivare. Non c’è fretta visti gli ottimi rapporti tra la dirigenza e l’allenatore, ma a questo punto dell’anno si tirano inevitabilmente le somme e si mette a punto la programmazione del futuro tra mercato e, appunto, rinnovi. L’occasione giusta per discuterne sarà il consueto vertice a Londra che si terrà tra Juventus e Sassuolo se il discorso qualificazione verrà chiuso per tempo, oppure a fine campionato (la data è da fissare, ma è vicina). Al summit parteciperanno Pallotta e gli stati generali giallorossi, con Monchi in prima linea per definire gli obiettivi di mercato su cui già ha cominciato a lavorare, anche se una vera e propria riunione in merito non è stata ancora fatta. Da capire se all’incontro prenderà parte anche Di Francesco o se aspetterà il ritorno dei dirigenti a Trigoria per aprire un nuovo tavolo di dialogo, penna alla mano. La fumata bianca arriverà,il tecnico non ha mai pensato a soluzioni alternative ed è anzi lui il primo a volere più di tutti questo «premio». Assieme alla promessa di una Roma altrettanto competitiva, capace di migliorarsi non solo nell’atteggiamento ma anche nell’organico: «Non smantelliamo» è l’sms recapitato virtualmente a Monchi, pronto a raccoglierlo perché le imprese in Champions hanno garantito 100 milioni di euro su cui nessuno a inizio anno contava. Il prezioso regalo renderà giugno un mese meno complicato, le uscite ci saranno comunque ma decise, non obbligate. Vedi Peres: l’agente era ieri a Trigoria e oggi busserà all’Inter. In caso di addio, il sostituto potrebbe essere quel Kaderabek che il diesse ha inserito nella lunghissima lista dei possibili acquisti, da Talisca in giù. Poi ci sono le questioni in sospeso, i rinnovi di Alisson e Florenzi, oltre a qualche aggiustamento allo staff: si parlerà anche di questo in Inghilterra. Il futuro passa da Londra.



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