Eusebio Di Francesco

(Il Messaggero – S. Carina) È la notte della Roma e dei romanisti. Quindi anche e soprattutto di Di Francesco, al quale non serve sbandierare il proprio attaccamento con frasi ad effetto o avvalendosi di megafoni. Basta guardarlo, ascoltarlo, sia nelle vittorie che nelle sconfitte e tutto vien da sé. Semplice e naturale. Il successo di ieri sera è di tutti, dalla squadra alla società passando per i tifosi, ma non può non essere sottolineato come un tecnico alla prima esperienza in Champions e dopo aver superato un girone con Chelsea e Atletico Madrid, ora sia tra le migliori 8 squadre d’Europa. Non è passato nemmeno inosservato come al fischio finale, dopo l’abbraccio con i suoi collaboratori, Eusebio sia sceso immediatamente negli spogliatoi per regalare il palcoscenico ai suoi calciatori. Un gesto bellissimo, secondo soltanto al gol di Dzeko.

MODO SEMPLICE – Di Francesco comunica in modo semplice. Senza giri di parole, senza metafore, senza eccessi. «Avevo chiesto pazienza, l’importante era non prendere gol e mantenere equilibrio, le gare si vincono anche all’ultimo minuto. Siamo stati una squadra matura, è l’aspetto più importante. Al di là del punto di vista tattico, dove siamo stati poco qualitativi negli ultimi metri, abbiamo giocato da uomini, da squadra adatta a chi vuole vivere questi sogni». Prende fiato e poi riprende: «Dal punto di vista dell’applicazione do un bel 10 a tutti. Poi serve l’abitudine per fare certe partite, e parlo anche di me. Per lunghi tratti siamo stati bravi, nel primo tempo il portiere loro ha giocato molti palloni. A me la squadra nell’insieme è piaciuta. Ci sono stati momenti dove dal punto di vista organizzativo siamo cresciuti tanto,ma non dobbiamo accontentarci mai». Rivive gli ultimi secondi della partita, rivedendo in tv il cross di Taison sul quale Dentinho non è arrivato di pochissimo: «Le partite si vincono con la testa, è normale che negli ultimi minuti avevamo quasi paura di portarla a casa, loro non avevano nulla da perdere e ci è mancata la lucidità per ripartire. A parte quel cross, Alisson non ha comunque compiuto una parata».

IL SIVIGLIA – Venerdì ci saranno i sorteggi e tra le tante big, incrociare il Siviglia di Monchi potrebbe aprire scenari imprevisti e imprevedibili: «Siviglia ai quarti? Veramente con Montella mi sono dato appuntamento in finale… (ride, ndc). Viviamo questo sogno con spensieratezza. Sembrava normale che la Roma fosse qua, noi invece abbiamo fatto qualcosa di straordinario, ma non dobbiamo accontentarci».



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